“America latina: diritti negati”: La lotta dei maestri in Messico
di Mayra Landaverde
Nei mesi scorsi ad Oaxaca, nel sudest del Messico, ci sono stati dei terribili scontri fra la CNTE ( Coordinadora Nacional de Trabajdores de la Educacion) e la polizia federale e statale.
Manifestano contro la riforma educativa che promuove il governo di Pena Nieto. Questa riforma permetterebbe la privatizzazione dell’istruzione finora sempre laica e gratuita. Fra altre cose, i libri scolastici che lo stato distribuisce, avrebbero un costo . Noi sappiamo che la gran parte dei genitori non possono pagare i libri, sarebbe condannare milioni di studenti alla mancata istruzione.
La forma di protesta che in Messico si usa di più, spesso dai sindacati, è quella di bloccare le autostrade.
I compagni della CNTE hanno bloccato con barricate l’autostrada Oaxaca-Puebla finché i federali sono arrivati per sgomberare il presidio. Come risultato in Nochixtlàn, cittadina della regione mixteca, sono morti almeno tre manifestanti della Seccion 22 della CNTE.
Hanno arrestato più di venti persone e si riportano più di sessanta feriti.
La sproporzionata e violentissima risposta della polizia nei confronti dei maestri ha ottenuto come risposta la solidarietà del popolo con i manifestanti. E non solo, anche l’EZLN appoggia la lotta dei maestri. Di seguito un estratto del comunicato che i zapatistas hanno pubblicato al riguardo:
Le lezioni di giugno
Luglio 2016
Compagne, e compagni della Sexta in Messico e nel mondo:
Artisti dei cinque continenti:
Insegnanti in resistenza:
Riceviate tutti,e tutte, il saluto che vi mandiamo insieme alle comunità indigene zapatiste. Vi scriviamo questa lettera per parlarvi di ciò che abbiamo visto e ascoltato nel passato mese di giugno e per comunicarvi una decisione che abbiamo preso come zapatisti. Ecco:
Prima lezione
Nel mese di giugno, in una manciata di settimane, è stata impartita una vera lezione cattedratica che ci insegna e ci educa.
Si è messo a nudo, una volta di più, il carattere dello Stato in Messico: per ciò che si riferisce alla cosiddetta “Legge 3 di 3”, non appena i capitalisti hanno schioccato le dita, tutti i poteri istituzionali sono corsi a correggere ciò che non era gradito al loro padrone.
Ma quando invece gli insegnanti in resistenza e le comunità, movimenti, organizzazioni e persone che li appoggiano hanno chiesto l’abrogazione della riforma educativa (in realtà è soltanto la piattaforma per la precampagna presidenziale dell’aspirante al ruolo di informatore di polizia, Aurelio Nuño), il governo e i suoi capi si sono detti disposti a tutto (cioè a usare la forza) per difendere “la legalità”. Con un’aura più isterica che storica, hanno rimarcato che la legge non si negozia.
Non si sono fatti scrupolo d’insistere nell’arbitraria imposizione di una riforma educativa che nemmeno hanno letto. Sarebbe bastato che avessero dato una lettura attenta perché si rendessero conto che di educativo non ha nulla.
La cosa più importante
Quando, come zapatisti che siamo, diciamo che rispettiamo un movimento, vuol dire proprio questo: che lo rispettiamo. Vuol dire che non ci immischiamo nei suoi modi e tempi, nella sua struttura organizzativa, nelle sue decisioni, strategie e tattiche, nelle sue alleanze e decisioni: tutto ciò che sta nel valutare e decidere chi lo forma.
Sfortunatamente, per nostra essenza come EZLN, la maggior parte delle volte il nostro sostegno non può andare oltre la parola, e non sono poche quelle che devono rimanere in silenzio. Perciò lo sappia bene tutto lo spettro politico: tutto ciò che hanno ottenuto gli insegnanti in resistenza è stato, ed è ottenuto attraverso il proprio impegno, le proprie decisioni e la propria perseveranza. Una decisione difficile.
E’ il tempo delle maestre e dei maestri in resistenza. E’ necessario e urgente stare con loro.
Durante lunghi mesi e in condizioni estremamente difficili, le basi d’appoggio zapatiste si sono preparate, hanno provato più e più volte e hanno creato espressioni artistiche che, forse, avrebbero sorpreso più di uno, una, per il festival CompArte.
Ma noi zapatiste e zapatisti pensiamo che è talmente importante il sostegno agli insegnanti, che abbiamo deciso…
Primo. – Sospendere la nostra partecipazione al festival CompArte.
Secondo. – Donare agli insegnanti in resistenza i soldi e gli alimenti che avevamo messo da parte e accumulato per il nostro trasferimento a Oventik e al CIDECI, per la nostra manutenzione durante il festival e per il ritorno alle nostre comunità.
Noi zapatiste e zapatisti staremo nei nostri luoghi, attenti a quel che accade, a quel che si dice e a quel che si tace.
Ora metteremo da parte i nostri strumenti musicali, le nostre pitture, i nostri copioni teatrali e cinematografici, i nostri vestiti per i balli, la nostra poesia,le nostre sculture e tutto ciò che, pensando a voi, avevamo preparato da condividere.
Metteremo da parte tutto questo ma, come zapatisti che siamo, non riposeremo.
Dalle montagne del Sudest Messicano
Subcomandante Insurgente Moisés. Subcomandante Insurgente Galeano.
Messico, Luglio 2016.
Qui il link al comunicato intero tradotto in italiano: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2016/07/05/le-lezioni-di-giugno/
In Messico è cominciata una rivolta importantissima: difendere l’istruzione pubblica, laica e gratuita e i diritti dei lavoratori.
Lo scenario di Oaxaca si espande ad altri territori del paese e i maestri in lotta sono ogni giorno di più.
L’EZLN, come sappiamo, è del Chiapas, al sud del Messico. Anche qui, ci sono stati degli scontri e ora ci sono dei presidi permanenti in diverse città della regione.
Di seguito la traduzione del video qui sotto:
Lei è una insegnante chiapaneca della Seccion 40 e offre un messaggio a tutti coloro che vogliano capire il perché di questa lotta.
“Noi siamo della 40, della assemblea statale della sezione 40. Vi chiederete cosa ci spinge a stare qui in questo movimento, questo grande movimento, cosa può essere così importante da farci venire fin qui, rischiando il nostro posto di lavoro, la nostra integrità fisica, la nostra libertà e la nostra vita. Ed è bene chiedersi cosa spinge il governo a militarizzare la regione per fermare questa protesta. Noi lottiamo contro la riforma educativa che abbiamo denunciato in tante occasioni . La riforma educativa è una riforma del lavoro, e noi qui, difendiamo i nostri diritti come lavoratori ma allo stesso tempo difendiamo l’istruzione pubblica. In questo modo, se noi smettiamo di lottare, sarebbe tradire il nostro popolo, dunque, questa lotta diventa ancor più grande, perché difendiamo la nostra dignità. Poco fa abbiamo subito delle repressioni da parte del governo, ma noi ci siamo sempre risollevati e il messaggio per tutti coloro che guardino questo video è che questa lotta non ha marcia indietro, noi continueremo a combattere fino alla vittoria.”
Ringrazio per la loro gentilezza, disponibilità e informazioni Moyses Zuniga e Orsetta Bellani, che lottano con la loro macchina fotografica e la loro penna, insieme al popolo messicano.