Ritorsione in Turchia: il mondo della Cultura sotto attacco
L’Associazione per i Diritti umani ha parlato con il giornalista MURAT CINAR sulle ritorsioni da parte del governo turco nei confronti degli esponenti della Cultura. Ecco le sue parole.
Ringraziamo ancora molto Murat Cinar.
Il golpe è stato attribuito a Fethullah Gulen che è conosciuto – non solo in Turchia, ma anche nel resto del mondo – per le sue scuole private che propongono un’istruzione aperta e che sono famose anche per la loro sicurezza. Tramite le scuole Gulen porta avanti la propria ideologia politica, ovvero la diffusione della veccia cultura ottomana sunnita; alcuni ragazzi, ad esempio in Albania, grazie alla frequentazione di queste scuole, ottenevano borse di studio o di lavoro in cambio di sostegno al movimento di Gulen. In un primo momento Erdogan ha utilizzato tale movimento, i cui rappresentanti erano attivi in tutti gli apparati dello Stato; quando, però, due anni emezzo fa sono iniziati i processi anticorruzione, è stata messa in discussione la legittimità dei test di inserimento nelle università. L’accesso, infatti, è garantito dopo il superamento di un esame, uguale per tutti, con domande su qualsiasi argomento e che dura circa quattro ore; proprio per preapararsi a questo esame, gli studenti frequentano le scuole private di Gulen e questo è il motivo per cui, adesso, il governo sta attaccando il mondo delle scuole superiori. Il passo successivo sarà quello di colpire il mondo accademico perchè gli studenti cresciuti alla scuola di Gulen – soprattutto quelli degli anni ’70 – ’80 – ora sono ricercatori e professori.
A mio parere, Erdogan sta operando in questo modo repressivo, colpendo vari settori della società, per sferrare un attacco a tutti i suoi oppositori, tra cui ci sono anche colonnelli o suoi ex simpatizzanti. Se poi c’è un settore che viene colpito sempre di più, è quello giornalistico: i giornalisti sono considerati i “traditori della patria”. Ad esempio, ricordiamo che all’epoca della strage di Ankara, si è cercato di impedire il flusso delle informazioni e, se qualcuno sgarra, ne paga le conseguenze con il carcere.
Per quanto riguarda l’ingresso della Turchia in Europa: l’Europa dovrebbe svegliarsi e comportarsi onestamente, ma sappiamo che dalla questione dei rifugiati, alla costruzione del terzo ponte sul Bosforo, dalla libertà di stampa alla distruzione della foresta di Istanbul, non c’è una netta volontà di chiudere i rapporti con la Turchia perchè i legami economico-finanziari e geopolitici sono troppo importanti.
Oltretutto, mi ricordo che quando ho iniziato a scrivere per la stampa italiana agli inizi del 2000, gli italiani rimanevano a bocca aperta per le critiche che muovevo a Erdogan perchè veniva considerato quasi un uomo “di sinistra”. Una cattiva o parziale informazione può essere legata anche ad una scelta politica perchè la Turchia deve rimanere un grande alleato per l’Europa.