Dall’India a Milano: una scuola baha’i
Sabato scorso, presso La Dogana di Milano, si è svolto un incontro con il Dott. Rowshan e sua moglie. Il Dott. Danesh Rowshan, fondatore e direttore della Glory School India, è nato in Iran nel 1952. Si trasferisce in India nel 1976, dove inizia la sua carriera accademica in Economia e in Lingue.
A Nuova Dehli conosce e sposa sua moglie, anche lei di origini iraniane, ma attratta da un amore per l’India e dal desiderio di servirne il popolo. Professore universitario per diversi anni, il Dott. Rowshan ha insegnato alla Shivaji University e alla Panjab University. Il suo amore per i bambini ha iniziato a manifestarsi sotto forma di libri scritti proprio per i minori – libri di cui egli è scrittore ed editore – fino poi a sfociare nel desiderio di lasciare il proprio lavoro in università per occuparsi dell’educazione primaria di quel Paese. Insieme alla moglie ha quindi fondato e dirige la Glory International School India. La sua passione lo ha portato a viaggiare e tenere seminari in più di 20 nazioni.
Durante la serata è stato proiettato un video che riporta la quotidianità all’interno della scuola, le attività svolte dalle bambine e dai bambini, la Natura da cui sono circondati. Mentre scorrevano le fotografie, l’ospite ha spiegato che la Glory School, di ispirazione Baha’i, è sita tra le montagne ai piedi dell’Hymalaya, in un luogo circondato da villaggi poveri e ad oggi accoglie circa 120 bambini. Le persone di questa zona vivono di agricoltura e di allevamento e non tutte le famiglie possono permettersi di pagare una retta scolastica, anche perché – oltretutto – le scuole migliori si trovano nelle grandi città, lontano da casa.
Ecco il motivo per cui il Dott. Rowshan e la moglie hanno deciso di aprire una scuola in questo territorio, in cui sono previste alcune borse di studio per i bambini più indigenti e una retta annuale nominale molto bassa, valida per tutto l’anno.
Interessante è il metodo educativo che viene usato: secondo la fede Baha’i, infatti, è importante dare ai ragazzi non solo un’istruzione materiale, ma anche una direzione morale in base ai valori universali quali: la solidarietà, l’amicizia, l’onestà, la sincerità, etc. e non tramite dogmi. E l’esempio, anche da parte dei più grandi e degli adulti, è molto utile: ad esempio, una volta alla settimana tutti si danno da fare per pulire l’intero istituto.
Il sistema educativo baha’i si basa sull’incoraggiamento: esistono diversi livelli di classi, ma spesso vengono svolte attività in comune proprio per fare in modo che chi è rimasto indietro venga aiutato da chi ha già raggiunto uno step successivo. In Occidente, come in altri Paesi dell’Oriente, si pensa che i bambini siano ignoranti, che siano come dei contenitori vuoti da riempire di conoscenze e gli insegnanti si aspettano che imparino in fretta e si concentrano solo sugli errori e non sui risultati positivi raggiunti; il metodo educativo della Glory school, invece, fa il contrario, creando anche un clima gioioso e sereno; infatti, tra le diverse attività, viene dato molto spazio anche alle danze e alla musica.
Questo tipo di educazione viene impartita ai maschi, ma anche alle femmine, senza distinzione di genere. Nelle zone rurali, spesso, le bambine sono relegate in casa a svolgere le faccende domestiche. Anche quando viene accordato loro il permesso di andare a scuola, non posso uscire senza l’accompagnamento di un maschio della famiglia (padre, fratello o marito). marito sì, perché, come molti di voi sapranno, in India vige ancora il fenomeno delle “spose-bambine”, vendute per motivi economici. Secondo la fede Baha’i, invece, uomo e donna sono le ali di uno stesso uccello. devono essere forti entrambi per poter volare. Il governo indiano cerca di intervenire, c’è anche un Ministero preposto e alcune ONG sul territorio lavorano sulla sensibilizzazione, ma le superstizioni e le tradizioni sono difficili da superare.
Anche agli insegnanti viene impartita una formazione in cui viene richiesto di essere molto pazienti ed affettuosi con i bambini: al centro di tutto ci deve essere la parola “rispetto”.