America latina: diritti negati. La casa di tutte e tutti
di Mayra Landaverde
Appena rientrata dalle mie splendide vacanze in Marocco, riguardando le foto che abbiamo scattato, mi sono messa a pensare che la cosa più bella di questo Paese è la gente. Il loro modo unico di accogliere e farti sentire a casa, anche in un Paese così tanto diverso dagli altri che conosco.
In questi tempi in cui si parla spesso di accoglienza, ho deciso di scrivere su una casa molto speciale, nel mio Paese d’origine. Una casa accogliente, per davvero.
Si trova in Messico, a Tenosique. Si chiama “Hogar refugio para personas migrantes La 72.”
La parola “hogar” vuol dire casa, intesa come il luogo dove si è al sicuro, protetti, amati, accolti. Hogar non vuol dire appartamento, questa parola è davvero molto importante e le persone che hanno fondato e gestiscono questo posto hanno deciso di chiamarlo così perché sono tutti e tutte una grande famiglia.
A fine agosto 2010, il mondo intero rabbrividì quando vide i corpi massacrati di settantadue migranti del centro e sud dell’America. Le persone che difendono i migranti in Messico hanno sollevato di nuovo la loro voce; le autorità messicane a tutti i livelli si sono giustificate inviando condoglianze ai paesi di provenienza di queste persone.
Il 25 aprile è stata fondata la casa rifugio La 72. Una data speciale anche per noi in Italia.
Dal loro sito:
“La 72. Così, al femminile. Vogliamo essere una casa accogliente dove i migranti non solo possano trovare il pane e un letto per dormire, ma trovare l’abbraccio di solidarietà, benedizione materna, dove le donne in gravidanza partoriscono e dove i sogni di una vita migliore comincino a realizzarsi. E ‘una vergogna che i migranti nel nostro paese trovino solo sofferenza e morte, ci rifiutiamo di accettare la morte dei settantadue a San Fernando, Tamaulipas e quindi da questo angolo impoverito e dimenticato, gridiamo e chiediamo che il governo messicano fermi questo olocausto di migranti. E da questo luogo il nostro sguardo e la nostra voce sono diretti anche alle vittime in vita, parenti dei settantadue, offriamo un abbraccio permanente di conforto e speriamo sia utile sapere che quando si entra in Messico, attraverso il confine meridionale, in Tabasco, vi è un altare in onore delle vittime che hanno versato il loro sangue in agosto 2010.”
Il passato 10 settembre migliaia di persone in tutto il Messico sono uscite per le strade a manifestare contro i matrimoni ugualitari. La manifestazione è stata convocata dal Frente nacional en defensa de la familia.
La risposta della 72 è una delle più belle che ho letto e che condivido pienamente.
“Per tutte e tutti coloro che sono scesi in strada per difendere la famiglia. Dalla 72 diciamo che la nostra famiglia sono tutte e tutti quelli gettati fuori dai loro paesi per l’economia della morte e della violenza criminale; tra di loro ci sono giovani, vecchi, ragazzi, bambini, donne, gay, etero, lesbiche, transgender, garifonas, africani, cubani, sudamericani, messicani, europei, statunitensi, alcuni hanno un partner e figli, altri hanno compagni dello stesso sesso, altre coppie si sono fatte per strada o qui nella 72. Altri sono sposati nel secondo, terzo o quarto matrimonio, ma tutte e tutti noi siamo una grande famiglia.”
Io non so chi leggerà questo articolo, mi auguro tante persone. Sarebbe molto utile che qualcuno al comune di Milano lo leggesse, tanto per capire bene cosa vuol dire accoglienza.