“Scritture al sociale”: Chi si ferma è salvo
di Patrizia Angelozzi
Troppo di corsa, costantemente immersi nelle cose utili a concretizzare i giorni mentre quelle che desideriamo per un piccolo spazio che possa gratificarci, continua a sfuggirci.
Il tempo “libero”, una nicchia dove il “dolce far niente ” sembra scomparso da agende e diari scolastici. Registri, elenchi, appelli di presenze senza esserci davvero.
Vorremmo essere ovunque e spesso siamo in nessun posto, a cominciare giorni cercando di smaltire ciò che il dovere di vivere impone.
Chi si ferma è salvo.
L’auto lasciata in sosta, le tabelle di marcia da rispettare per non sentirsi inadeguati.
Bambini inscatolati dentro rigidi orari, impegni e genitori-delega.
L’ascolto dimenticato e accantonato dentro la frase ” aspetta un attimo..”.
Gli eventi non contemplati che rivoluzionano e minano fragili certezze.
Terremoti, sciagure, alluvioni, terrorismo, perdite improvvise, tutto da metabolizzare senza riuscire a digerirle. La negazione della realtà, quella che richiama il silenzio, l’osservare l’altro, vicino e lontano. La cura dei gesti lenti, l’assaporare e il riconoscere il profumo di chi passando vicino ci sfiora.
Non essere più in grado di superare l’incognita perché non ipotizzata nell’elenco delle cose possibili.
Arriva il momento di riposizionare orologi un poco prima, di gustare la colazione, ridere al telefono con una persona cara, restare sotto la doccia qualche minuto in più, avvolgersi in un abbraccio con un figlio e guardare insieme il suo programma preferito, conoscere ciò che lo appassiona, che lo fa esultare ed emozionare. Riconoscere i giorni che ci portano a crescere senza invecchiare prima degli anni che verranno. Amici, colleghi, famiglia anche quando formata da una sola persona.
Un fermo immagine, una foto, una poesia. Un libro, un diario, un disegno.
Un risotto da preparare e la scelta dei colori da indossare. Le prime scarpe audaci di una figlia e una nuova sottana per non essere “troppo” mamme. E padri a sorridere, condividere il “tempo” senza incastrarsi gli uni con gli altri rischiando di sovrapporsi. E tornare a respirare piano in questo viaggio che è la vita di ognuno.
Chi si ferma è salvo perché NON è solo.