Turchia, Erdogan marchiato di crimini contro l’umanità
di Rossella Assante (che Associazione per i Diritti umani ringrazia molto)
Una repressione a cielo aperto. E’ quanto sta accadendo in Turchia, sotto l’austero regime del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e sotto gli occhi vicini dell’Occidente.
La chiamano “lotta al terrorismo”, per mascherare quella che ormai è una guerra interna al fine di legittimare il proprio potere attraverso la dittatura, la repressione e che marchia lo Stato di crimini contro l’umanità. In Turchia le autorità stanno chiudendo i giornali, le emittenti radiofoniche e i canali televisivi reputati di opposizione.
169 in tutto i media chiusi con decreti dello stato d’emergenza.
Non sono solo i mezzi di informazione a cadere nella rete di repressione messa in atto dal Presidente turco. Magistrati, insegnanti, rettori, militari sono stati epurati e arrestati dopo il 15 Luglio, giorno del famigerato golpe andato a fallimento.
Sessantamila sono le persone arrestate o sollevate dai pubblici uffici. Ventunomila le licenze d’insegnamento revocate.
Così vicina eppure così lontana, la Turchia si distanzia sempre più dall’Occidente attraverso l’islamizzazione dello Stato. Erdogan non risparmia nulla e tocca anche le scuole, attraverso la riforma del sistema scolastico approvata nel 2012, con la quale viene favorito l’insediamento degli istituti coranici e la crescita del numero degli “Imam Hatip Lisesi”, scuole religiose islamiche.
Sembra non avere freni l’oppressione da parte delle forze governative turche. Come un cane sguinzagliato la dittatura non conosce limiti. Muore così tra le fauci inferocite di una bestia feroce la democrazia. Abbiamo intervistato Barbara Spinelli, avvocata e attivista per i diritti umani, per raccontare quali sono le violazioni dei diritti umani – che tuttora non conoscono sanzioni – perpetrate sui civili dal governo del sultano Erdogan…
Insegnanti, giornalisti, attivisti arrestati, epurati, in questi giorni senza sosta in Turchia. Cosa sta accadendo? Chi sono quelli che Erdogan disegna come nemici?
La repressione, la lesione dei diritti umani è iniziata ben prima, a partire dalle elezioni del 7 Giugno non andate come voleva Erdogan, in quanto non era riuscito a ottenere per la prima volta dopo 13 anni la maggioranza assoluta ed è stato inizialmente costretto a fare i conti con una grossa perdita di consensi. Il primo Novembre lo vediamo salire al potere dopo aver avviato le prime misure di repressione. Successivamente con la scusa della lotta al terrorismo ha proclamato lo stato di emergenza – restrizione alla libertà di persone basate sulla legge anti terrorismo. A Cizre (città nel sudest della Turchia, ndr) per esempio è stato imposto il regime del coprifuoco h24, che ha impedito agli abitanti l’accesso alle cure mediche ed ai beni essenziali della vita. La popolazione è rimasta senza acqua – è stata documentata l’interruzione delle forniture idriche attraverso il danneggiamento con armi esplosive dei tubi, per ostacolare l’approvvigionamento di acqua in città – senza luce, con cecchini appostati all’esterno, è stata perpetrata una vera e propria violenza sui civili.
Da quel colpo di stato c’è stata una estensione dello “stato d’ emergenza” volto a reprimere qualsiasi forma di opposizione e democrazia. Sono aumentati i casi di tortura, le restrizioni al diritto della difesa nei confronti di avvocati.
Quali saranno adesso i rapporti tra Turchia e Europa?
Attualmente la Turchia non sembra fare passi avanti sul cammino europeo. Tutt’altro. E’ a rischio il trattato sui migranti tra Unione Europea e Turchia. Tuttavia nessuno fa un passo decisivo. D’altronde l’UE non ha ancora sanzionato un governo che marchiandosi sempre più di crimini contro l’umanità.
Perché secondo lei?
Credo ci sia un fallimento da parte delle istituzioni nel far rispettare il diritto internazionale, vi è l’incapacità dell’intero sistema internazionale di tutelare i diritti umani per garantire la protezione delle persone.
E ora più che mai tremano gli animi Occidentali di fronte al governo turco estremista. La terra frana sotto quelli che un tempo erano i diritti inalienabili di ogni essere umano, ora messi a repentaglio da un massacrante regime dittatoriale.