La comunità romena, protagonista in „Milano multietnica. Storia e storie della città globale”
di Ana Ciubian
Tra i vari poeti e scrittori italiani e rumeni, l’edizione di quest’anno della manifestazione dedicata al libro e alla lettura di Milano, BookCity, ha ospitato anche la presentazione del libro „Milano multietnica. Storia e storie della città globale”, firmata dagli giornalisti italiani Donatella Ferrario e Fabrizio Pesoli.
L’evento si è tenuto sabato, presso la sala Auditorium del Museo delle Culture del Mondo di Milano che ha riunito più di 100 persone curiose di scoprire la storia, le tradizioni, la cultura, le ricette e le testimonianze delle comunità più importanti che vivono a Milano.
Con oltre un milione di persone in tutta l’Italia, ai rumeni è stato regalato un ampio capitolo nel „Milano multietnica. Storia e storie della città globale”.
„La comunità romena è tra le più attive e feconde che abbiamo avuto il piacere di conoscere in profondità attraverso il Consolato Generale della Romania a Milano e il Centro Culturale Italo-Rumeno”, dice Donatella Ferrario, l’autrice del libro.
In seguito, gli autori Donatella Ferrario e Fabrizio Pesoli, rispondono, in esclusiva per Agenda Diasporei, alle domande sulla comunità rumena presente nel ”Milano multietnica. Storia e storie della città globale”.
Come siete venuti a contatto con la comunità romena di Milano?
Donatella: Abbiamo iniziato un po’ di anni fa, attraverso il Consolato Rumeno a Milano, che ci ha messo in contatto con Violeta Popescu, la fondatrice del Centro Culturale Italo-Rumeno di Milano. E da lì è iniziata una vera catena di contatti, con le associazioni rumene e le organizzazioni di Milano.
Quando diciamo „multietnicità” diciamo origini, storia, ma anche vissuto migratorio. Qual è la parte sulla quale vi siete soffermati di più per la stesura del libro?
Fabrizio: Diciamo che entrambi piani si intersecano, ma devo dire che il nostro libro non è uno specifico sulle immigrazioni, ma sulle presenze delle comunità straniere a Milano; quindi, Milano come masaico di culture, tra cui anche la comunità rumena, in aumento negli ultimi anni (ci sono circa 15.000 rumeni a Milano). A noi interessava il processo che si avvia dopo che loro hanno messo le radici qui: iniziano i rapporti sociali, di lavoro, praticamente l’integrazione nella comunità locale.
A proposito di integrazione, secondo voi, la comunità rumena può considerarsi integrata a Milano (e non solo)? Pensate che manchi qualcosa perché si integri meglio?
Fabrizio: L’integrazione…in tanti parlano di inclusione, ma in ogni caso quando si parla di integrazione si parla di una buona convivenza, di assenza di conflitti (o se ci sono, sono minimi). E siccome i rumeni hanno tantissime radici comuni con gli italiani, per esempio la lingua, questo li favorisce rispetto a altre presenze etniche. Quindi, i rumeni, direi, sono molto bene integrati.
Ovviamente, attraverso le vostre ricerche per il libro, avete scoperto tanto sulla cultura rumena. Vi chiederei che cosa vi è piaciuto di più e con che cosa vi siete identificato meno paragonando al modello culturale italiano?
Donatella: Personalmente, ho scoperto attraverso Violeta Popescu (Centro Culturale Italo-Rumeno di Milano) e le altre associazioni questa sorellanza tra la cultura rumena e quella italiana di cui i rumeni parlavano tanto, ma di cui io non rammentavo. In effetti, questa è stata la parte più bella, dell’assomiglianza tra i due modelli.
Ricordate in particolare qualche testimonianza di un rumeno/a?
Donatella: Ne abbiamo avuto tante, ma purtroppo abbiamo dovuto comprimere al massimo perché ci stesse tutto nelle 200 pagine che contiene il libro. Sulla comunità rumena, ci siamo concentrati sulla cultura, sulle somiglianze tra il popolo rumeno e italiano; quindi abbiamo preferito dare una presentazione esclusivamente culturale e lasciare le problematiche alle associazioni sul territorio.
Tuttavia, sono venuta a conoscenza con la situazione delle badanti, che lavorano dalla mattina alla sera e che si ritrovano senza tempo per stare insieme ai loro figli. E’ una situazione difficile…
Qualche feedback da parte della comunità rumena fino adesso?
Fabrizio: Anche se abbiamo avuto le presentazioni ieri e oggi, abbiamo già ricevuto un buon feedback da parte di chi ha visto il libro.
„Questi due hanno pensato di raccontare la nostra storia e le nostre storie”, ci è stato detto. Il libro è nato dopo aver notato la mancanza di un prodotto del genere. Praticamente abbiamo riempito un vuoto: non un libro sulle statistiche o sull’immigrazione, realizzati già da tanti studiosi. Il nostro è un libro sulle presenze straniere a Milano, accessibile agli studenti e a chiunque fosse interessato.
Donatella: Devo dire che i rumeni sono stati molto, molto attenti e si sono attivati subito, sin dall’inizio. Ho trovato la comunità rumena di Milano molto unita.
Durante l’evento sono intervenuti: Anna Scavuzzo, vice sindaco di Milano, Diana De Marchi, Consigliere Comune di Milano e Presidente Commissione Pari opportunità e Diritti Civili, Paolo Branca, Professore associato Università Cattolica del Sacro Cuore, Davide Demichelis, Giornalista e autore televisivo – “Radici -L’altra faccia dell’immigrazione”, Rai 3, Violeta Popescu, fondatrice Centro Culturale Italo-Rumeno di Milano, Silvia Dumitrache (ADRI), María Gabriela Vera Basurto, Console Generale dell’Ecuador in Italia, Elienor Llanes Castillo, Fondatrice MAIA – Migrant’s Advocacy for Integration Association.
George Miloșan, Console Generale della Romania in Italia
L’evento si è concluso con l’esibizione del Coro Multietnico Mediolanum, diretto da Carlos Verduga Rivera.