“America latina: i diritti negati”: Hasta siempre!
di Mayra Landaverde
Per tutti quelli che hanno ancora nella mente un’ idea romantica delle rivoluzioni, oggi è una giornata particolare.
E lo sapevamo che doveva capitare anche a lui.
Così , il 25 novembre 2016 è morto Fidel Castro.
Io credo che tanti compagni fossero arrabbiati con lui, disincantati.
Ma come non tenere conto di tutto quello che ha fatto? Nel bene e nel male.
Sì, anche nel male perché, diciamoci la verità, era un dittatore.
Ma ha anche cacciato via Fulgencio Batista e ha tenuto la fronte in alto davanti a ben 11 presidenti degli Stati Uniti. L’impero, la potenza degli Stati Uniti.
Noi messicani abbiamo sempre avuto una relazione di profonda amicizia col popolo cubano con alcuni momenti difficili, certo.
Come dimenticare l’episodio del “dopo pranzo te ne devi andare”.
Nel 2002, l’allora presidente del Messico, Vicente Fox Quesada, ospite di un vertice regionale cui avrebbero partecipato George Bush e Fidel Castro, aveva telefonato al leader cubano per chiedere di andarsene dopo pranzo per non importunare il presidente statunitense. Questione che finì con l’espulsione degli ambasciatori di entrambi i Paesi.
Le relazioni diplomatiche si sarebbero regolarizzate anni dopo sotto il mandato di Felipe Calderon Hinojosa.
In ogni caso l’amicizia che unisce il Messico e Cuba arriva da molto prima. Quando Fidel non era ancora Comandante en Jefe Revolucionario.
Fidel Castro arrivò in Messico nel mese di luglio 1955 su un aereo DC-6 da due motori. Era un volo commerciale, atterrò a Mérida prima e, dopo diverse soste, a Veracruz. Da lì viaggiò in autobus a Città del Messico.
Le sue impressioni sul Messico:
“Erano chiare due cose: l’orgoglio della rivoluzione e un senso di ostilità nei confronti degli Stati Uniti molto più grande di quello esistente a Cuba.
Nonostante tutto quello che aveva fatto la rivoluzione messicana la maggioranza della popolazione viveva in povertà. Questo poteva essere visto ad occhio nudo. Le condizioni di vita erano dure, più dure di un operaio cubano in città o in campagna.
I messicani avevano le loro preoccupazioni quotidiane. E sicuramente non erano i problemi di Cuba. Inizialmente avevamo pensato di raccogliere fondi con la collaborazione della popolazione, ma non siamo riusciti a raccogliere tutti i soldi nè tutti gli uomini di cui avevamo bisogno.”
E aveva ragione, la nostra rivoluzione non aveva dato i frutti che la loro avrebbe dato.
Nonostante le difficoltà che ha trovato nei primi mesi di esilio nel mio Paese, Fidel è riuscito a preparare molto bene l’inizio della Revoluciòn Cubana.
Una sera, in una delle case di sicurezza dove vivevano i rivoluzionari cubani, gli hanno presentato un giovane argentino. Ernesto Guevara de la Serna. Il resto della storia la conosciamo tutti.
Chiamatemi come volete ma io scelgo, e forse sbaglio, di rimanere con quel Fidel . Con quello che ha fatto di Cuba un’isola dove tutte e tutti sapevano leggere e scrivere, dove la sanità era gratuita e dove la cultura ha sempre un posto in alto alle priorità.
Hasta siempre.