“Stay human: Africa”: Gran Bretagna e Sierra Leone, unica difesa
di Veronica Tedeschi
La Gran Bretagna ha inviato militari in Sierra Leone per bloccare i flussi migratori.
Sono novanta gli uomini che si sono immolati in questa causa, novanta soldati britannici che, durante le esercitazioni, hanno dovuto apprendere dalle forze armate sierraleonesi come sopravvivere e combattere nella giungla. E’ la prima volta che le forze militari di due paesi così diversi combattono l’uno al fianco dell’altra.
La Gran Bretagna, così come l’Unione Europea, è convinta che un maggiore controllo delle frontiere potrebbe portare ad una riduzione delle partenze dagli Stati africani.
La comprensione del fucile di un militare come protezione. Una coperta calda da avvolgere intorno al corpo dei disperati, come a dire “Va tutto bene, passerà”.
Un fucile.
Pronto a proteggerti.
Proteggerti dal tuo paese, tenendoti inchiodati i piedi su quella terra rossa dove sei nato, per il tuo bene, dicono!
Il tutto si conclude stringendo accordi discutibili con dittatori sanguinari che potrebbero usare i flussi di denaro che stanno sotto queste decisioni per ulteriori repressioni.
Saranno, infatti, concesse ingenti somme di denaro a supporto di questa operazione che difficilmente verranno utilizzate per il benessere della popolazione.
Con la decisione della Gran Bretagna stiamo assistendo alla violazione di molti dei diritti fondamentali del popolo sierraleonese, dalla libertà di movimento alla libertà di manifestazione del pensiero. Non puoi spostarti, non puoi volerlo fare.
La soluzione a questa problematica non è semplice, ciò che è chiaro è, però, che l’Europa debba prendere una decisione, pensando al benessere di chi scappa e alla redistribuzione equa degli immigrati nei diversi stati.
Fino a che l’UE non prenderà una decisione definitiva, dobbiamo rimetterci alle decisioni dei singoli Stati, il più delle volte noncuranti del reale benessere di chi fugge.
Nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra!