Il Comune di Roma apre il dibattito sul Piano rom
Associazione 21 luglio esprime una forte perplessità in relazione al metodo e alla sostanza.
Nelle intenzioni dei promotori sembrerebbe emergere l’obiettivo di dare enfasi al valore della partecipazione popolare, uno degli assi su cui si fonda il Movimento politico chiamato a governare la città. Ma non appare né efficace né corretta la raccolta indiscriminata di pareri o punti di vista su argomenti così specifici e delicati. La consultazione rischia inoltre di trasformarsi in una vera e propria farsa poiché il Comune di Roma, come pubblicamente confermato dai partecipanti al Tavolo istituzionale, ha in realtà già approvato e promosso il “Piano” insieme ad una serie di azioni già avviate nel mese di gennaio: «il Piano rom è stato già firmato dalla dott.ssa Laura Baldassarre il 1° febbraio 2017 e verrà attuato» ha confermato in Assemblea Municipale Umberto Placci, presidente della Commissione Politiche Sociali del Municipio V.
Che senso ha chiamare i cittadini ad esprimersi sulla “questione rom” invocando la trasparenza quando, riguardo la stessa, esistono già la figura di “esperto consulente” assunta nei mesi scorsi, un cronoprogramma stabilito da una Memoria di Giunta, un tavolo istituzionale ed un Piano per l’inclusione delle popolazioni rom, sinti e caminanti che il Comune di Roma ha redatto in assenza di qualsiasi consultazione con la società civile?
Secondo Associazione 21 luglio il Piano è in realtà estremamente confuso, parte da dati quantitativi errati e contiene al suo interno profili discriminatori come confermato dalla lettura di altri documenti predisposti e divulgati dal Comune di Roma.
«Per applicare il metodo della partecipazione popolare – afferma Associazione 21 luglio – è necessario prima di tutto discutere in Assemblea Capitolina la delibera di iniziativa popolare per il superamento dei campi sottoscritta da 6 mila cittadini romani; così come – aggiunge – per aderire ai principi di trasparenza e legalità il Comune deve adempiere all’Ordinanza di un giudice del Tribunale Civile di Roma che a maggio 2015 ha disposto il superamento della baraccopoli La Barbuta.»
Secondo Associazione 21 luglio sulla “questione rom” ancora una volta il Comune di Roma rischia di scontare l’assenza di adeguata consultazione e la mancanza di competenze in seno alla macchina amministrativa. «Invitiamo pertanto questa Amministrazione a fare un passo indietro e a rivedere l’approccio con cui ha deciso di collocarsi di fronte a una questione sicuramente complessa ma che deve essere affrontata con coerenza e puntualità».