La malattia dell’amianto e il silenzio dei potenti
Continuano le manifestazioni per chiedere non solo risarcimenti e bonifiche, ma un vero progetto di riconversione economica nelle aree colpite dagli sversamenti tossici delle grandi multinazionali. Sabato 25 febbraio, a Taranto, si è scesi ancora in piazza: Taranto è legata all’Ilva, ma poi ricordiamo Eternit a Casale Monferrato, e la Sardegna, le Marche…Da nord a Sud il nostro Paese ha visto e vede ancora malati di tumori, in particolare di mesotelioma pleurico. Famiglie devastate dal dolore, figli senza genitori e i responsabili spesso impuniti. Il 29 novembre 2016 un giudice ha derubricato l’accusa dell’”Eternit bis” da omicidio volontario a omicidio colposo per Stephan Schmidheiny, erede della dinastia svizzera della multinazionale.
Sembra una beffa, ma lo stesso giorno – sempre il 29 novembre – è stato presentato un nuovo Testo unico sul rischio amianto (come aggiornamento della legge del 1992) a cura della Commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali. Tra i punti di rilievo si leggono: l’obbligo di denuncia e di bonifica esteso agli edifici privati e l’obbligo di trasmissione, da parte dei medici e degli operatori delle Asl, ai Centri Operativi regionali delle informazioni riguardanti le persone malate, ai fini del loro inserimento nel registro tumori presso l’Inail.
Bisogna dire BASTA alla considerazione di persone (lavoratrici e lavoratori) come se fossero numeri, casi, statistiche. Per un attimo pensiamo a loro e ai loro familiari: al dolore fisico, alla sofferenza psicologica, alle difficoltà economiche. Ma si sa, le istituzioni sono lontane, devono “gestire” e “pianificare” in nome del Mercato e dei giochi politici e la malattia che devasta diventa solo parte di una strategia bieca e disumana. Intanto i parenti delle vittime continuano a protestare per vedere applicate le norme proposte e altri lottano per la vita.