“America latina: diritti negati”: la festa delle donne si celebra tutti i giorni
di Mayra Landaverde
Mi sorprende ogni volta l’atteggiamento così positivo di tante donne che vivono in paesi in cui è davvero difficile esserlo. Anche in Italia è difficile. L’ho scoperto pochi anni fa, soprattutto dopo essere diventata madre. Mio figlio è nato nel 2013, da allora non sono più riuscita a trovare un lavoro stabile. In tutti i colloqui che ho fatto mi hanno sempre detto che mio figlio era un problema. Insomma, se proprio vuoi lavorare ci dovevi pensare prima di fare bambini!
Ora sto aspettando il secondo figlio. Altri due o tre anni a casa.
In ogni caso non mi manca nulla. E mi lamento, mi lamento costantemente, chi mi conosce lo sa. Per questo mi sorprende che le donne nel mio paese siano così allegre, così forti. Le invidio profondamente. Anch’io vorrei avere quella forza che mi costa tanto trovare.
Scrivere spesso di femminicidio non è facile, sembra un interesse quasi morboso. Ma ritengo importante ricordare questa situazione che in America latina è sempre in aumento. E’ importante parlarne soprattutto perché tante persone pensano ancora che il femminicidio non esista. Cioè, tutte quelle donne sono morte così, per sfortuna. Da una ricerca del CONAPRED (Consejo nacional para la prevencion de la discriminacion) in Messico, risulta che ancora nel 2016 più del 40 per cento degli uomini pensano che le donne devono fare lavori “da donne”. E’ terribile vedere le risposte che danno alcuni uomini sui femminicidi. La maggior parte dichiarano in un modo o in altro che le donne violentate, uccise siano loro stesse colpevoli nel momento in cui si sono esposte. Si sono esposte mettendo la gonna, uscendo da sole, lavorando. Il messaggio che viene sistematicamente trasmesso in quasi tutte le famiglie messicane (e credo anche in altre parti dell’America latina) è che le donne, se vogliono sopravvivere, devono stare a casa.
Invece le donne da quelle parti escono da sole, si vestono come vogliono, divorziano, votano, lavorano, fanno figli, non fanno figli. Perché non hanno più paura. E’ incoraggiante vedere questa generazione di donne forti che sfidano costantemente la loro realtà.
In Messico ogni giorno vengono uccise 7 donne. Ma sono sicura che sono molte molte di più quelle che vivono col sorriso in faccia e che festeggiano l’8 marzo tutti i giorni.
Questo articolo lo dedico con amore alle donne della mia vita che sono mia nonna mia madre e mia sorella. Donne latine che vivono in Messico e che hanno sempre fatto scelte coraggiose e che fanno del nostro paese un posto bellissimo.
E lo dedico con rammarico alla signora del bar che l’anno scorso mi disse che mi figlio era proprio un problema per il lavoro e che settimana scorsa mi ha quasi sgridata perché sono ancora incinta.
Buona festa delle donne.