Reporter senza frontiere: la libertà di stampa sempre più minacciata
La libertà di stampa nel mondo non è mai stata così minacciata: lo dice Reporter senza Frontiere (Rsf) che nel suo rapporto annuale punta l’indice sulla retorica contro media e giornalisti di “uomini forti” come Donald Trump e Recep Tayyip Erdogan; ma denuncia anche movimenti anti-sistema come il britannico Ukip o il Movimento Cinque Stelle, in Italia, che «discreditano i media come arma preferita».
Nel rapporto 2017 di Rsf, l’Italia si colloca al 52esimo posto, miglioramento rispetto all’anno scorso, quando era 77esima e in coda all’Ue, che è comunque l’area dove c’è maggiore tutela dei giornalisti.
E l’arrivo al potere di Trump negli Stati Uniti «ha precipitato la situazione: Trump ha scatenato una caccia alle streghe». «Le diatribe ripetute di Donald Trump che qualificano il quarto potere (la stampa) e i suoi rappresentanti tra gli “esseri umani più disonesti del mondo” per diffondere “notizie false” ha posto fine alla lunga tradizione statunitense di lotta a favore dell’informazione». Nella classifica gli Usa sono al posto 43esimo (erano al 41esimo nel 2016), dentro al gruppo con una situazione «soddisfacente» dopo il Burkina Faso e davanti a Comore, Taiwan e Romania.
Trump è considerato da Rsf molto pericoloso: accusando la stampa di pubblicare notizie false, «Trump non solo compromette una lunga tradizione statunitense di lotta a favore della libertà di espressione», ma contribuisce a «disinibire gli attacchi contro la stampa nel mondo». E così, nell’era della post-verità, «nulla sembra frenare la retrocessione nelle democrazie» della libertà di stampa e Paesi considerati da sempre come «virtuosi» fanno passi indietro: non solo gli Stati Uniti, ma anche il Regno Unito (40, -2).
Secondo l’organizzazione, i gruppi e le persone anti-sistema, come lo stesso Trump, utilizzano il discredito verso la stampa come la loro «arma preferita». Il rapporto segnala che, durante la campagna elettorale per la Brexit, l’allora leader del movimento xenofobo Ukip, Nigel Farage, ha fatto dell’attacco ai media il pilastro fondamentale della sua campagna. E anche in Italia, il leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, sostiene che preferisce parlare attraverso il suo blog più che rispondere a domande «fastidiose» della «casta» giornalistica, ed è arrivato a chiedere «un giuria popolare per accertare la veridicità delle informazioni pubblicate dai giornalisti».
In Italia:
In Italia sono «ancora» sei i giornalisti sotto scorta della polizia, ventiquattr’ore su ventiquattro, «perché minacciati di morte, dalla mafia o da gruppi fondamentalisti». Lo denuncia Reporter senza Frontiere (Rsf), nel suo rapporto 2017.
ECCO LA CLASSIFICA: https://rsf.org/en/ranking_table