Il IV Stato: il manifesto del proletariato oggi ha nuovi colori
Liu Xiaodong, classe 1963, è un artista calato nel suo tempo. Osserva la realtà, la commenta con la propria Arte, la analizza utilizzando la tecnica della comunicazione contemporanea: l’iconografia, quindi le immagini proposte dalla pittura, dai video, dalle fotografie.
Cosa è cambiato dagli inizi del ‘900 – quando viene esposto per la prima volta il capolavoro sul proletariato di Pellizza da Volpedo – ai giorni nostri?
A partire da questa riflessione Xiaodong racconta l’epopea di oggi: quella dei migranti, di coloro che sono stati costretti a lasciare i propri Paesi d’origine a causa di conflitti e carestie e che sono riusciti, troppo pochi purtroppo, a ricostruirsi faticosamente una vita in Italia, in Europa, nonostante le politiche discordanti e poco funzionali in tema di accoglienza per adulti e minori stranieri.
Ecco allora che l’artista cinese ha raccolto le storie e le testimonianze di alcuni di loro che vivono nel “ Bel Paese”, come ben documentato nell’articolo di STEFANO BUCCI su «la Lettura» #279 : voci e volti di donne, di uomini, di bambini: Mariama dal Senegal, Abubacar dalla Guinea, Marie dalla Costa d’Avorio, Mamadama e la figlia Aminata. C’è chi potrebbe lavorare in una importante catena di abbigliamento di Milano, chi lavora come magazziniere e chi come mulettista, chi è ancora alla ricerca di un’occupazione, anche le donne che, intanto, si prendono cura di mariti e figli. Questi racconti di esistenze complicate provengono dai migranti, rifugiati e profughi accolti dal Centro di Via Sammartini, presso la stazione Centrale del capoluogo lombardo, inserito nella rete dello Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
Pittore e docente all’Accademia di Belle Arti di Pechino, Liu Xiadong ha vissuto in prima persona il realismo socialista cinese, ma col tempo, la sua è diventata una riflessione sempre più critica nei confronti delle ideologie e delle politiche che riguardano la parte più debole della società, quella costituita dai poveri. Ecco, quindi, che il suo ultimo lavoro, parla proprio di quei migranti, di quelle esistenze, di quelle persone che ha conosciuto a Milano e in Toscana e che sono diventate le protagoniste del nuovo IV Stato, una sua personale rivisitazione del quadro di Pellizza, un’opera che si fa universale nel raccontare i cambiamenti, le paure, le difficoltà di un tessuto territoriale, mentale, culturale (oltre che, appunto, politico e sociale) che riguardano tutte e tutti. La mostra di Xaodong si intitola “Migranti – Migrations” ed è inserita in un progetto più ampio, “ Terra inquieta”, curato da Massimiliano Gioni, allestito presso la Triennale di Milano dal 28 aprile al 20 agosto.
75 artisti internazionali – Albania, Marocco, Turchia, Egitto, Libano, Bangladeh…- affrontano, con profondità, i temi della condizione kafkiana dei richiedenti asilo, dei viaggi della speranza che troppo spesso si trasformano in morte, di attaccamento alla vita nonostante tutto.
Il IV Stato originale è “il più grande manifesto del proletariato italiano tra Otto e Novecento”: cosa è cambiato da allora, dicevamo: oggi i protagonisti della Storia sono africani, siriani, ucraini, cinesi. Sono poveri, sono vittime di razzismo e diffidenze, sono quelli che accettano di svolgere mansioni lavorative che spesso gli italiani non vogliono più compiere, sono coloro che curano i nostri anziani perchè noi non abbiamo più tempo o più pazienza. Non sono “ospiti in casa nostra”, come qualcuno vorrebbe far credere, sono parte della comunità umana che dovrebbe avere porte, menti e cuori aperti.