Ue: Il grande inganno delle ricollocazioni
Barbara Spinelli è intervenuta nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo sul punto in agenda “Far funzionare la procedura di ricollocazione”, a seguito delle Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione e alla presenza del Commissario europeo per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza Dimitris Avramopoulos.
«Non è la prima volta che questo Parlamento chiede agli Stati membri di rispettare gli impegni di ricollocazione, e alla Commissione di smettere l’ottimismo in cui da troppo tempo si compiace. Agli Stati membri chiediamo anche di evitare i sotterfugi: penso al rifiuto di ricollocare i migranti giunti in Grecia dopo il 20 marzo 2016, all’indomani dell’accordo con la Turchia. Un rifiuto illegale, secondo la Corte dei Conti.
Per parte mia aggiungo una considerazione. La ricollocazione stessa rischia di essere un inganno,se abbinata all’“approccio hotspot” e alla decisione di ritrasferire in Grecia e Italia, sulla base del sistema Dublino, i migranti recatisi in altri Paesi. Messe insieme, tali misure minano l’abilità della Grecia e dell’Italia di gestire i flussi di rifugiati e migranti.
Per quanto riguarda l’Italia, nel 2015-2016 vi sono stati 5.049 trasferimenti Dublino e 3.936 ricollocazioni. Cioè: più persone sono state rispedite in Italia di quante ne siano state trasferite dall’Italia. La ricollocazione è necessaria ma non basta. La verità è che la Commissione sta facendo di tutto per aiutare Italia e Grecia a perfezionare un sistema sbagliato, che perpetua situazioni divenute insostenibili.
«Vorrei chiedere a chiunque parli delle ONG come di un pericolo e di un “pool factor” di fornire le prove di quello che dicono, perché le ONG sono sotto attacco in maniera molto disonesta».