Attivista italiano arrestato perché difendeva i diritti Lgbt, in Cecenia
Associazione per i Diritti umani ha intervistato Yuri Guaiana, attivista per i diritti Lgbt e lo ringrazia per la disponibilità.
Da quando è attivista per i diritti LGBT?
Da quando ho 18 anni, ma forse anche prima. Nel 1999 sono entrato in contatto con Arcigay e ho organizzato la prima manifestazione nazionale per le unioni civili, era un bel po’ di tempo fa per arrivare al traguardo di oggi. Il mio impegno è, innanzitutto, un impegno politico.
Ci racconta cosa è successo lo scorso 11 maggio ?
Il mio attivismo per i diritti civili, con l’associazione radicale “Certi diritti”, si svolge anche a livello transnazionale perchè i diritti non hanno frontiere, per cui ho deciso di consegnare delle firme, raccolte per conto dell’associazione “All out”, nel nord della Cecenia proprio per denunciare le persecuzioni contro la comunità Lgbt nel Paese. Abbiamo raccolto più di 2 milioni di firme (più della popolazione cecena che è di 1,3 milioni di persone) e abbiamo pensato di attivare la legge, cioè di chiedere formalmente al Procuratore Generale della Federazione russa di iniziare un’inchiesta sui crimini che si stanno compiendo in Cecenia contro le persone omoessuali o presunte tali. La Polizia ci ha interrotto, dopo pochi passi dall’inizio della nostra manifestazione, ci ha confiscato il materiale digitale che conteneva le firme; erano decine di poliziotti, l’esercito, camionette contro cinque persone che stavano facendo un atto civile. Ci hanno, poi, trasferiti alla stazione di polizia dove c’erano i nostri legali di un’associazione di avvocati pro bono che si occupano di diritti umani e che hanno valutato la situazione e,grazie ai quali, sono stato rilasciato.
Noi attivisti siamo stati divisi e a me è stato chiesto: “Perchè manifestare anche qui? Non avete abbastanza problemi in Italia?” Dopo essermi accertato che non avrei messo in difficoltà gli altri miei colleghi e me stesso, la mia risposta è stata politica perchè ritengo che anche i cittadini russi abbiano il diritto di vivere in libertà a prescindere dal loro orientamento sessuale e il capo della Polizia ha risposto di condividere la questione della libertà, ma di voler precisare che lui preferisce l’orientamento eterosessuale.
E adesso cosa accadrà?
Andremo a processo, probabilmente il 29 maggio. Siamo accusati di aver partecipato e di aver organizzato una manifestazione non autorizzata e di avere anche fatto resistenza a pubblico ufficiale; entrambe le accuse sono false, io ho già messo a verbale quello che è successo, ma gli avvocati mi difenderanno in contumacia perchè non ho intenzione di recarmi al processo.
Ci può parlare dei lager per omosessuali in Cecenia?
Una precisazione: non ci sono “lager”, è stata una cosa scritta da alcuni giornali, ma direi che la situazione è già abbastanza terrificante senza usare necessariamente questa parola.
In Cecenia le autorità hanno iniziato, da febbraio, a cercare gli omosessuali nei locali, o anche con finti appuntamenti, arrestando le prime persone e torturandole per convincerle a dare i nomi di altre oppure lasciando intercettare le persone di genere maschile per capire se fossero o no omosessuali.
Se le persone riuscivano a sopravvivere alle torture terribili a cui venivano sottoposte (scariche elettrice ai lobi delle orecchie oppure alle estremità del corpo, picchiate con bastoni o canne di plastica, solo per fare alcuni esempi, con la partecipazione degli altri detenuti perchè quelli omosessuali sono considerati gli ultimi degli ultimi) venivano rispedite a casa e denunciate come omosessuali, in un contesto in cui la società è ancora estremamente chiusa e omofoba per cui questo determina un rifiuto di queste persone anche da parte degli stessi familiari.
A che punto è, in Italia, l’iter dei diritti della comunità Lgbt e cosa pensa delle legge Cirinnà?
L’Italia ha fatto un grande passo avanti con la legge sulle uinioni civili ed è una battaglia che il movimento omosessuale porta avanti da tantissimi anni, dagli anni ’70 ma, nonostante questo riguardo lo stato dei diritti Lgbt in Europa, l’Italia è ben al di sotto degli standard di tutti gli altri Paesi dell’Europa occidentale. La legge Cirinnà ha lasciato indietro una parte fondamentale della società, che sono i figli delle coppie omosessuali che non hanno alcuna tutela e che sono abbandonati alla benevolenza del giudice che può o no riconoscere quei legami familiari che giuridicamente non sono ancora riconosciuti.
La vera battaglia del movimento Lgbt riguarda il diritto all’uguaglianza che sarà sancito quando avremo il diritto al matrimonio egualitario, cioè quando sarà possibile a tutti i cittadini italiani di accedere a qualunque istituto senza che l’orientamento sessuale abbia rilevanza. Inoltre, non c’è un piano contro le discriminazioni delle persone Lgbt, non c’è il riconoscimento dei diritti delle persone transessuali che vengono discriminate sul posto di lavoro, quindi la strada da fare è ancora lunga e vorrei che la politica – non solo i tribunali che già stanno facendo tanto – continui a lavorare per rendere questo Paese migliore per tutti.