“Condanniamo l’attentato a Manchester ed esprimiamo solidarietà nei confronti delle vittime di questo massacro; invitiamo tutti ad essere ancora più #Uniticontroilterrorismo”: lo dicono oggi le Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e la Confederazione #Cristianinmoschea a seguito dell’attentato rivendicato dall’Isis, avvenuto ieri, 23 maggio, a Manchester, nel corso del concerto della pop star Ariana che ha provocato la morte di 22 persone.
Intanto, in Italia, il Premier americano Donald Trump, ha incontrato questa mattina a Roma Papa Francesco esprimendo la sua sincera gratitudine nei confronti del Santo Padre; seguono gli incontri con il Presidente Mattarella e Paolo Gentiloni, previsti per la stessa giornata. E quella di Trump, a partire dalla tappa in Arabia Saudita, (che lo ha visto pronunciare parole di apertura e di sostegno nei confronti del mondo arabo e musulmano nell’occasione del summit America -Islam), alla più recente visita al Muro del pianto in Israele, dove l’auspicio sembra essere quello della pace tra israeliani e palestinesi, è una svolta positiva che viene percepita in tutto il mondo. A riscontrarlo maggiormente sono proprio gli arabi e i musulmani in Italia, coloro che erano stati i più scioccati e delusi dal muslim ban.
“Siamo positivamente colpiti dalle ultimi missioni di Trump. Dai muri passiamo ai ponti di dialogo”, dichiara Foad Aodi, Fondatore di Co-mai e #Cristianinmoschea. “La sua trasformazione – aggiunge – ci dà speranza anche in questo giorno triste che segue l’attentato a Manchester ed è un incentivo alla cooperazione internazionale contro il terrorismo e la radicalizzazione che mettono a rischio la libertà personale e la democrazia. Ringraziamo Papa Francesco, il Presidente Mattarella e il Presidente Gentiloni per il loro impegno costante a favore del dialogo e della pace in Medio Oriente, con l’augurio che Trump non si scordi le parole del Santo Padre e le promesse fatte ad Abu Mazen e ai leader mondiali dei Paesi musulmani e arabi”.
Donald Trump nel cortile di San Damaso prima dell’udienza privata con Papa Francesco, 24 maggio 2017
(AP Photo/Gregorio Borgia)
Inoltre, Aodi riporta il manifesto dal titolo “Integrazione su due binari”, Politiche per l’integrazione e Unione contro la radicalizzazione, redatto in collaborazione con le numerose realtà che sostengono le Co-mai e la Confederazione #Cristianinmoschea:
“Urgono politiche per l’integrazione, per le seconde e terze generazioni;
Sì ad un’immigrazione programmata con una legge d’immigrazione Europea;
Urge una maggiore cooperazione economica e un maggior sviluppo nei nostri Paesi di origine per creare più occupazione e rallentare l’immigrazione;
Sì al rispetto dei valori italiani per i migranti, come ha dichiarato la Cassazione;
No al multiculturalismo fai da te già fallito in Europa;
No alla concentrazione delle Comunità straniere in ghetti o quartieri;
No alle moschee e agli Imam fai da te e Sì ad un albo per gli Imam con la preghiera in lingua italiana;
Urge trasparenza sui finanziamenti ricevuti dall’estero per moschee e associazioni culturali musulmane in Italia;
No alla pubblicazione su YouTube e sui social network di video di propaganda Isis;
No al finanziamento dei movimenti estremisti;
Sì all’insegnamento della lingua, della cultura e della legislazione italiana per gli stranieri;
No all’equazione immigrazione-terrorismo e No all’equazione Islam-terrorismo;
Sì a politiche per la prevenzione che garantiscano la sicurezza internazionale;
Sì al coinvolgimento di tutte le Comunità musulmane, arabe e di origine straniera nella vita sociale e politica italiana;
Sì ad un tavolo interreligioso che coinvolga tutte le religioni e le realtà rappresentative – laiche incluse – per intensificare la conoscenza, il dialogo e la buona convivenza interreligiosa;
Sì ad un accordo tra lo Stato italiano e l’Islam per tutelare tutti i cittadini musulmani, sia osservanti che laici;
No all’interpretazione fai da te della religione islamica;
Urge il coinvolgimento di tutte le realtà musulmane e laiche nel patto nazionale con l’Islam”.