“Stay human: Africa”: I partigiani etiopi e la lotta al fascismo
di Veronica Tedeschi
La storia del fascismo la conosciamo bene, a scuola la studiamo attentamente, punto per punto, per non dimenticare e per evitare che atrocità simili possano ripetersi ancora. Il fascismo, così come lo conosciamo, invase anche diversi paesi africani, primo tra tutti l’Etiopia. Addis Abeba fu occupata nell’ottobre del 1935, dopo un annuncio di Mussolini dal balcone di Piazza Venezia a Roma. Nel maggio del 1936, dal solito balcone Mussolini annuncia la fine della guerra e proclama re Vittorio Emanuele III “Imperatore d’Etiopia”.
Telegramma di Mussolini a Badoglio:
“Occupata Addis Abeba V.E. darà ordini perché: 1° siano fucilati sommariamente tutti coloro che in città e dintorni siano sorpresi colle armi alla mano. 2° siano fucilati sommariamente tutti i cosiddetti giovani etiopi, barbari crudeli e pretenziosi, autori morali dei saccheggi. 3° siano fucilati quanti abbiano partecipato a violenze, saccheggi incendi. 4° siano sommariamente fucilati quanti trascorse 24 ore non abbiano consegnato armi da fuoco e munizioni. Attendo una parola che confermi che questi ordini saranno – come sempre – eseguiti.”
Il 19 febbraio 1937, data divenuta oggi una ricorrenza importante nel calendario di Addis Abeba, due giovani eritrei fecero un attentato contro Rodolfo Graziani (comandante italiano delle forze di occupazione), lanciando delle granate mentre teneva un discorso.
Questo evento provocò una rappresaglia fascista di una crudeltà indescrivibile. Vennero massacrati uomini, donne, vecchi e bambini, unitamente a predicanti e indovini. La cifra del massacro ammontò a circa 4000 civili uccisi e provocò rabbia e sgomento in tutta la popolazione.
Altra ricorrenza del calendario etiope è il 5 maggio, giorno della liberazione, data ricordata soprattutto per il ritorno nella capitale di Haile Selassie, rifugiatosi in Sudan durante l’occupazione, e salutato da una folla impazzita di felicità mentre la sua scorta inglese lo riaccompagnava nella sua città.
La lotta contro la dittatura fascista ha reso per sempre fratelli il popolo italiano e quello etiopico.
Infatti, nel 2016 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella depose una corona di fiori in ricordo delle vittime del fascismo in Etiopia. Una richiesta di perdono da parte del popolo italiano e una dimostrazione di vicinanza al dolore subito dalle famiglie delle centinaia di vittime. Al fianco del Presidente, il plotone dell’esercito etiope e una decina di ex partigiani etiopi (il più anziano di 98 anni), fieri di mostrare le medaglie e nastrini al valore.
“Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi.” (Sandro Pertini, 1979)
Per chi volesse approfondire consiglio la lettura del libro “I fantasmi dell’impero” di Cosentino, Dodaro, Panella che nasce dal ritrovamento di una vecchia indagine svolta da un magistrato incaricato di indagare sulle esecuzioni sommarie compiute da militari italiani nel Goggiam.
Quanto l’Italia ha fatto in Etiopia e’ inimmaginabile, la strage di 20.000 etiopi perpetrata da camicie nere, esercito e, ancora più grave, da civili italiani, avrebbe meritato un processo come a Norimberga, purtroppo osteggiato dagli inglesi