“VenerdIslam”: Poeti troiani sulle strade dell’apartheid
di Monica Macchi
“Mi sento un poeta troiano,
uno di quelli a cui è stato tolto persino
il diritto di tramandare la propria sconfitta”
Mahmoud Darwish
Dall’8 al 30 giugno sarà possibile visitare al Museo teatro Commenda di Prè di Genova la mostra fotografica Le strade dell’apartheid ideata da Luca Greco, una trentina di scatti in bianco e nero sul popolo saharawi nel deserto dell’Hammada (sud dell’Algeria), sui palestinesi dei campi profughi e sui muri che separano cattolici e protestanti in Irlanda del Nord: tre realtà in cui vigono forme diverse di apartheid. Ci sono anche tre reading: il 15 giugno, alle 19 Gianna Coletti fa conoscere la storia di Mariem Hassan “la voce del Sahara” e del popolo saharawi, in La voce dei figli delle nuvole, il 22 giugno alle 19 Davide Sormani in Tracce di Sands, racconta dell’attivista repubblicano irlandese Bobby Sands e il 29 giugno alle 19 Marco Sgarbi chiude con Juliano. Ovvero sia della resistenza dedicato al fondatore del Freedom Theatre di Jenin, Juliano Mehr Khamis di cui abbiamo già parlato qui https://www.peridirittiumani.com/2016/04/08/e-ripartito-il-freedom-bus/
Verrà inoltre presentato il libro di Barta Edizioni in uscita in questi giorni “Io sono saharaui”, una graphic novel dedicata appunto a Mariem Hassan, storia musicale al femminile che si intreccia ad un percorso di autodeterminazione individuale e politica per l’indipendenza del popolo saharawi. Un testo diviso in sei capitoli, dove ogni titolo rimanda ad una canzone, caratterizzato da una militanza estetica radicale (testo in font sempre diversi che circondano i disegni coloratissimi) che rispecchiano le scelte di vita di Mariem dal rifiuto del matrimonio combinato a 15 anni, alla decisione di indossare la melfa, il vestito tradizionale lungo 10 metri, fino al successo trovato in Spagna il paese dei colonialisti.