Attacco all’arte. La bellezza negata
Il diritto alla bellezza. Il diritto all’Arte: dovrebbero essere diritti universali,appartenenti a tutti.
Ecco perchè è da leggere il saggio della giornalista Simona Maggiorelli intitolato Attacco all’arte. La bellezza negata, Asino d’oro edizioni.
La ricerca prende l’avvio dai celebri affreschi rupestri delle grotte di Chauvet e Lascaux in Francia e di Altamira in Spagna a cui si sono rifatti artisti moderni quali: Picasso, Matisse, Modigliani, Moore, Pollok e altri. Con l’apporto dello psichiatra Massimo Fagioli l’autrice cerca il significato profondo di quei tratti e di quelle figure, il legame tra pensiero e linguaggio figurativo, il bisogno e il desiderio di esprimere la realtà. Il Prof. Fagioli, nell’ultimo capitolo, avanza l’ipotesi che le donne siano state le prime artiste della Storia, le donne del Paleolitico. Le donne incinte o che avevano appena partorito, mentre l’uomo era a caccia, restavano nelle caverne, imparando a cuocere la carne, utilizzando il fuoco e, oltre a questo, iniziando a raffigurare ciò che le circonda, forse per caso, semplicemente stando con i loro bambini. C’è un discorso, alla base di questa teoria, che riguarda la differenza di genere: gli uomini tutelano la sopravvivenza, le donne sono più portate a sviluppare la creatività.
Il secondo capitolo del saggio (dedicato alla memoria dell’archeologo siriano Khaled al-Assad) si occupa di iconoclastia e, ancora una volta, il punto di vista è molto originale: la Maggiorelli, infatti, sottolinea il fatto che accanirsi contro le opere d’arte sia un mezzo per procurare lesioni psichiche ad una popolazione, per colpire la società e per annientare la capacità di immaginazione che caratterizza l’umanità intera. Ma, dopo aver analizzato le motivazioni alla base dell’iconoclastia islamica (che non sempre fu tale) e dopo aver spiegato le motivazioni che inducono gli affiliati dell’Isis a compiere azioni di devastazione, viene preso in considerazione anche il nostro Passato, il “nostro” in quanto cristiani e occidentali: legittimati dalla conversione di Costantino, nel 313, una volta conquistato il Potere, i Cristiani da perseguitati diventarono feroci persecutori dei pagani. La crisi iconoclasta, poi, si conclude nell’843 quando viene stabilita l’ortodossia: icone fisse, immagini ieratiche disincarnate e astratte.
Il corpus del testo riguarda il nostro Paese: il saccheggio del patrimonio artistico in Italia e, secondo i dati e i riferimenti che vengono proposti al lettore, purtroppo, si evidenzia che tutti governi, dal dopoguerra in poi, non hanno tutelato il nostro Bene comune, anzi. Dalle ruberie durante il periodo nazifascista, all’impegno dei partigiani di recuparare alcune delle opere trafugate e vendute; dall’articolo 9 della Costituzione che recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione” fino alla messa sul mercato proprio del nostro paesaggio, dei nostri monumenti, dei nostri edifici da parte di Craxi, Franceschini, Berlusconi, Renzi…per un intreccio mefistofelico tra interessi politici ed economici. Da dove ripartire si chiedono gli autori? (Tommaso Montanari ha scritto la prefazione del libro). Dal coraggio civile come quello dei tre dipendenti della biblioteca dei Girolamini di Napoli che hanno denunciato il saccheggio sistematico di opere antichissime.
Il dovere da parte della società civile, quindi, è anche un diritto alla Cultura perchè solo la Cultura e la Bellezza portano all’evoluzione psichica, emotiva, interiore e, quindi, indirizzano le scelte e i comportamenti umani.
Di seguito il video della presentazione del saggio al Salone del Libro di Torino, edizione 2017