“VenerdIslam”: Libia. Illusione di libertà
di Monica Macchi
Nei giorni di prigionia c’erano immagini bellissime che avrei voluto scattare,
ma il fatto stesso di non poter fotografare
era parte della mia tortura…
Ho provato la rabbia, la furia, gli abusi e le torture,
ma soprattutto, l’auto-annientamento dovuto alla mutilazione
del più grande dei nostri desideri come esseri umani:
la libertà
Manu Brabo, vincitore premio Pulitzer 2013
Segnalo al Mudima Lab di via Tadino 20 a Milano la mostra di Manuel Brabo War Prisoner (Libya): nell’aprile del 2011 Manuel è catturato dai lealisti fedeli a Gheddafi e viene tenuto prigioniero per quarantacinque giorni; nell’agosto del 2011, vi torna alla ricerca dei luoghi in cui era stato detenuto per scoprire amaramente che quelli che erano stati i suoi carcerieri sono finiti come prigionieri…ma le condizioni sono le stesse. Inizia quindi a commentare le foto riportando le testimonianze di entrambi i lati unendole a riflessioni personali. Ne nasce un progetto che tenta di “creare una narrazione della condizione di tutti quelli che, ironicamente, hanno perso la loro libertà a causa di una guerra scoppiata proprio per portare questa libertà”.
Questa splendida mostra in bianco e nero si inserisce nel progetto “Guerre”, un ciclo di sei esposizioni fotografiche sul fotoreportage di guerra in collaborazione con la cooperativa MeMo (memo-mag.com) un network e un punto di riferimento per fotoreporter freelance.
Fino al 1 luglio, ingresso gratuito.