Detenuti scarcerati, ma ancora non pronti per la società.
A partire da uno spettacolo teatrale, intitolato La confessione di Agostino di Gianfelice Facchetti, oggi parliano delle “case-lavoro”.
Secondo il codice penale italiano e l’articolo 216, alcune persone possono essere destinate a una colonia agricola o, appunto, ad una casa-lavoro; queste persone sono delinquenti abituali, professionali o per tendenza, non sottoposte più a misura di sicurezza, commettono un nuovo delitto non colposo, che confermano la loro attitudine a delinquere. Il successivo articolo del Codice, inoltre, dichiara che la durata minima per l’assegnazione è di un anno che può essere aumentata a 24 mesi per i delinquenti abituali, tre anni per quelli professionali e 4 anni per quelli di tendenza e così via…
Gli ex detenuti – perchè le persone di cui stiamo parlando hanno già scontato la loro pena per il reato penale commesso – possono essere messi in queste strutture se il giudice di sorveglianza decide che siano ancora pericolose, oppure perchè non hanno una famiglia che possa riaccoglierle o anche perchè non hanno un’occupazione. Spesso, come sappiamo, si crea un circolo vizioso perchè chi non ha un lavoro è considerato pericoloso, e chi è pericoloso non trova lavoro…
Il senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione per i diritti umani, ha dichiarato che le case-lavoro sono un’altra stortura del nostro Sistema perchè si tratta di “una pena accessoria micidiale che tende a riprodursi all’infinito”, micidiale perchè limita o annulla del tutto le probabilità di riabilitazione degli ex detenuti, non a caso è una norma ereditata dal Codice Rocco di epoca fascista.
Queste cosiddette case-lavoro non sono altro che strutture in cui vengono parcheggiate le persone per paura che possano fare ancora danni alla comunità, condannandole ad una sorta di ergastolo bianco. Edifici che raccolgono (non ospitano) individui poveri, malati, scartati dal resto della società civile.
La storia emblematica raccontata nella pièce di Facchetti è la storia di Agostino, ex poliziotto diventato rapinatore per pagarsi il vizio del gioco. Dopo aver pagato il proprio debito con la giustizia, è entrato in una casa-lavoro, ma in effetti ha lavorato ben poco; ha ricevuto un sussidio di 27 euro al mese, tanta noia, tanto nulla, circondato da guardie e sbarre perchè, sì, queste strutture assomigliano molto alle prigioni.