Appello all’UE: sviluppare iniziative a sostegno degli Yezidi sopravvissuti al genocidio in Iraq
3. anniversario del genocidio agli Yezidi in Iraq (3 agosto)
L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) e l’organizzazione umanitaria yazida con sede in Germania HAWAR.help, in occasione del terzo anniversario del dell’inizio del genocidio agli Yezidi in Iraq (3 agosto 2015), si sono rivolti alle istituzioni politiche in Germania e in Europa con la richiesta urgente di aiutare i sopravvissuti a questo orribile crimine che si trovano tutt’ora in uno stato di emergenza umanitaria. La richiesta riguarda il sostegno agli Yezidi che vivono ormai da molti anni in Germania perché possano aiutare gli appartenenti alla loro comunità religiosa rimasti in Iraq. E’ urgente e necessario sviluppare iniziative per realizzare progetti concreti di aiuto ai profughi yazidi, soprattutto donne e bambini, come è già stato realizzato ad esempio nella regione della bassa Sassonia e del Baden-Württemberg con l’assistenza psicologica a gruppi di donne traumatizzate. I profughi hanno urgente bisogno di sostegno psicologico, in quanto i campi profughi non hanno sufficiente possibilità finanziaria e in più si devono trovare i finanziamenti per la ricostruzione nella regione d’origine dei profughi, la regione del Sinjar nel nord dell’Iraq.
Si tratterebbe di un gesto importante e non solo simbolico per mostrare ai sopravvissuti al genocidio la nostra vicinanza. L’obiettivo a lungo termine degli Yezidi è di identificare i responsabili del genocidio e portarli davanti ad un Tribunale internazionale. I sopravvissuti sperano nel riconoscimento ufficiale di questo genocidio. Per facilitare questo obiettivo si dovrebbe da subito lavorare per far ottenere alla regione montuosa del Sinjar, al principale zona di insediamento degli Yezidi in Iraq, una forma di autonomia amministrativa.
Gli Yezidi del Sinjar sono stati attaccati dalle milizie dello Stato Islamico il 3 agosto 2014. Secondo dati delle Nazioni Unite sono stati uccisi circa 5.000 Yezidi, un numero maggiore sono stati rapiti e 430.000 sono stati costretti a fuggire. L’obiettivo dell’IS era espellere o distruggere tutti gli Yezidi dalla regione del Sinjar. Tutti gli uomini e ragazzi che non erano in grado di fuggire o non volevano convertirsi all’Islam, sono stati uccisi. Fino a 5.000 donne e ragazze sono state rapite e solamente 900 di loro sono riuscite in seguito a fuggire. Le donne prigioniere sono state violentate, costrette a sposarsi o vendute nei mercati degli schiavi. I sopravvissuti descrivono scene terribili, di uomini barbuti addosso a piccole ragazzine che piangevano, di bambini che urlavano chiamando le proprie madri e delle urla di donne disperate. Essi riferiscono che molte donne, dopo essere state trattate così crudelmente, hanno tentato o commesso suicidio. Circa 300.000 profughi Yezidi che hanno perso tutto in seguito agli attacchi, sono ancora ospitati in tendopoli.
Solamente in Germania si stima che vivano almeno 120.000 membri della più grande comunità yezida della diaspora. La maggior parte di loro sono fuggiti in Germania a causa delle persecuzioni religiose negli anni ’80. Solamente nell’area di Bielefeld vivono 5.000 Yezidi.