Diario da Cuba (2): economia ed istruzione
Con questo secondo post riportiamo le parole di Hanoi: 45 anni, lavora a l’Habana come parcheggaitore, ha una compagna e due figli, si arrangia per arrotondare lo stipendio.
Ripetiamo che non vogliamo commentare i discorsi delle persone che abbiamo incontrato e con cui abbiamo parlato, lo facciamo fare a voi lettrici e lettori, se volete.
Hanoi: i suoi genitori sono comunisti e lo hanno chiamato così in onore della battaglia vinta dai Vietcong con gli USA, l’anno in cui lui è nato.
A Cuba l’istruzione è gratuita, anche i libri di testo, ma se uno studente li rovina, deve ripagarli. Ci sono 12 livelli di istruzione (nei settori di scuole professionali, tecnologiche e in università), ognuno sceglie in base alle proprie capacità e si può scegliere la carriera però per alle famiglie risulta difficile mantenere la persona che studia perchè i salari sono molto bassi per tutti.
A Cuba ci sono due monete: il CUC per i turisti e il CUP per i cubani. Il prezzo del CUP si sta avvicinando al valore della valuta straniera per cui – a parità di salario – i prezzi aumentano sempre di più. Prima della caduta del muro di Berlino, invece, la valuta interna aveva molto potere d’acquisto e anche la mentalità era diversa: non c’erano differenze di classe. Adesso sono stati importati i valori materialistici e l’embargo è diventato la scusa di tutti: ad esempio, in cantiere molti rubano (dall’architetto all’elettricista) ed è colpa dell’embargo, ma il problema è interno. Quando Hanoi aveva 20 anni e andava a ballare, senza abiti di marca e senza soldi, le ragazze gli si buttavano addosso perchè era un bravissimo ballerino…Ora, dice, non è così: le donne escono se un uomo sta bene economicamente…