“VenerdIslam”. Quelle p(i)azze delle madri
di Monica Macchi
Questo spettacolo è una sorta di spin-off di quello dell’anno scorso “Herstory. Parole di donne dalla rivoluzione egiziana” in cui otto donne parlano della loro partecipazione a Tahrir. Ebbene tra queste donne c’è Umm Gaber, una madre analfabeta che scende in Piazza a cercare il figlio scomparso e la rende una “palestra politica” dove imparare la differenza tra oppressi ed oppressori. Proprio da qui nasce “Quelle p(i)azze delle madri”, uno spettacolo multilingue e multimediale tra interviste, poesie, spezzoni di film e spettacoli teatrali, letture e testimonianze dirette delle donne e un percorso video-fotografico che si articola seguendo una linea diacronica che ruota attorno a tre parole-chiave: “paura” ,“identità” e “memoria”.
Quelle p(i)azze delle madri è un gioco di parole che rimanda alle manifestazioni nelle piazze di madri e nonne per reclamare i figli e nipoti scomparsi per mano del regime e contemporaneamente al fatto di venire apostrofate come “pazze”: dalle arabe che entrano nello spazio pubblico come madri e prendono coscienza di essere donne, alle argentine che sfoderano creatività ed arte e finiscono negli ospedali psichiatrici, alle balcaniche prede della violenza etnica che attraverso una rete internazionale istituiscono il Tribunale delle donne per creare nuovi modelli di giustizia, lo spettacolo rivela come una militanza politica possa venir trasformata in una forma artistica di memoria collettiva.
E quell’insulto di “pazze” diventa un omaggio quando Eduardo Galeano esalta il diritto al delirio come una variante del diritto al sogno, senza il quale non si riesce a combattere per nessun altro diritto.
Spettacolo inserito in DTD DonneTeatroDiritti di Pacta Teatri – Prodotto da Associazione per i Diritti umani