Uguaglianze e disuguaglianze di genere nel mondo arabo-musulmano
Primo incontro della rassegna UN MONDO DI DIRITTI
Giovedì 9 novembre, ore 19.00
Presso: TEMPORITROVATOLIBRI, Corso Garibaldi 17 (MM Lanza, MILANO)
UGUAGLIANZE e DISUGUAGLIANZE DI GENERE NEL MONDO ARABO-MUSULMANO
A partire dai seguenti due testi:
La nostra rivoluzione: voci di donne arabe, di Hamid Zanaz
Già nel dodicesimo secolo il filosofo e scienziato arabo Ibn Rushd, meglio noto in Europa con il nome di Averroè, attribuiva la stagnazione dei paesi musulmani alla rigida subordinazione delle donne. Nove secoli dopo è cambiato qualcosa? Molto poco, risponde Zanaz. Eva la peccatrice è ancora sotto stretta tutela maschile e un’interpretazione integralista dell’islam punta a rafforzare questa subalternità elevata a tratto identitario. Ma sono tante le donne del mondo arabomusulmano che stanno cominciando a criticare apertamente questa diseguaglianza di genere, che ha le sue radici non solo nei dettami religiosi ma anche nelle tradizioni culturali. E lo fanno interpellando direttamente il rimosso, i tabù, con una lucidità, un coraggio e un umanesimo sui quali l’Occidente, sempre più tentato da un ritorno al pensiero religioso, dovrebbe attentamente meditare.
La sposa yemenita. Le mille (e una)nozze, di Laura Silvia Battaglia
Sbiadito per molti il mito della Regina di Saba, confinati a cataloghi turistici ormai poco frequentati i merletti che ornano suoi palazzi, lo Yemen è ora un Paese, e soprattutto un conflitto, dimenticato. Va dunque a Laura Sivia Battaglia, giornalista free-lance e documentarista che vive tra Milano e Sanaa, il merito di dedicargli non un saggio né un romanzo, ma un libro a fumetti che dice molto di lei ma anche della cultura, della società, della vita quotidiana e delle attuali tragedie di questa striscia di terra a sud della Penisola arabica. Una terra devastata dalla guerra in corso da oltre due anni tra i ribelli Houthi e la coalizione a guida saudita, e rifugio sicuro per i terroristi di Al Qaeda e Isis.
Accompagnata dall’abile matita di Paola Cannatella – già autrice di una biografia a fumetti della giornalista Maria Grazia Cutuli, uccisa in Afghanistan – Laura Silvia Battaglia si racconta dall’epoca del suo primo incontro con lo Yemen nel 2011, e da studentessa di arabo in un istituto della capitale. Ma per farlo sceglie le scene di un matrimonio in puro stile yemenita, in cui le donne – in eleganti e succinti abiti occidentali celati sotto il niqab – festeggiano per tre giorni separate da uomini. E’ qui che sarà proprio lei, unica ospite occidentale, a ricevere dalla sposa la prima rosa rossa del bouquet, presagio sicuro che presto a sposarsi sarà proprio lei.
E così infatti le accadrà qualche tempo dopo, con un giovane yemenita che insegnava nella sua stessa scuola. Ma l’amore è solo uno dei fili rossi della narrazione, e lo Yemen che vi prende vita – e stregò tanto Pasolini da portarlo a girare proprio qui alcuni dei suoi film – è anche l’apertura a un reciprocamente rispettoso dialogo interreligioso fra lei, di fede e formazione cattolica, ed il più importante Sheikh di Sanaa – graficamente rappresentato da una delle vignette più belle del libro. Ci sono poi le donne dello Yemen, che dalla ‘rivoluzione’ del 2011 si coprono di più (“il niqab è arrivato in Yemen come una folata di vento con la vittoria di Islah, il partito dei Fratelli Musulmani, e con l’ingresso nel Paese di salafiti pakistani”). Donne che “impari a distinguere solo dagli occhi, da un guizzo inconsulto, da un rilievo della palpebra in giù”.
Alla presenza di:
Laura Silvia Battaglia (giornalista), Ivana Trevisani (antropologa e scrittrice), Monica Macchi (esperta di mondo e cultura arabi e moderatrice)