Le sette piaghe del Venezuela
di Tini Codazzi
Denunciare la situazione della malasanità in Venezuela rappresenta dolore e una grande impotenza e frustrazione. Ho sempre pensato che non avrei avuto il coraggio di affrontare un tema così grave e complesso, ma la verità è che non si può nascondere il sole con un dito e la recente proliferazione di alcune malattie infettive in Venezuela mi ha dato il coraggio per parlarne.
Nell’assoluto silenzio del governo, negli ultimi tempi sono riapparse 3 malattie infettive che erano scomparse da decenni: la difterite, il morbillo e la tubercolosi. La colpa è della situazione sociale e politica del paese, la salute pubblica è gestita male e in modo irresponsabile da 18 anni e queste sono le conseguenze.
Questi infiniti anni di cattiva gestione hanno portato ad una quasi nulla copertura di campagne di vaccinazioni, sebbene in alcune regioni del paese ci siano, queste non possono essere usate perché non sono state conservate in modo adeguato e non hanno rispettato la catena del freddo, quindi sono da buttare, due ragioni per cui il morbillo è riapparso. Nel 2016 dopo 15 anni si sono verificati 38 casi accertati di bambini colpiti da questa malattia che facilmente si potrebbe controllare con un semplice vaccino. In ogni caso, un vaccino come quello del morbillo dev’essere fatto ad un bambino sano, in normali condizioni fisiche, se questo bambino è severamente denutrito il vaccino potrebbe fare un effetto contrario. In altre parole, se un bambino contrae il morbillo e ha bisogno di antibiotici, ma è severamente denutrito compromettendo alcuni organi, l’antibiotico e il vaccino non possono essere somministrati e il bambino alla fine muore. Questo sta accadendo in Venezuela mentre voi leggete queste righe.
Da più di 20 anni non si vedeva un malato di difterite in Venezuela. Adesso c’è un’epidemia in 5 regioni del paese, da nord a sud e da est a ovest. Un anno fa, la società venezuelana di salute pubblica attraverso la rete “difendiamo la epidemiologia” aveva denunciato l’apparizione della malattia, in un anno il ministero della salute non si è mai pronunciato ufficialmente. L’Organizzazione Panamericana della Salute ha dichiarato che fino a giugno 2017 ci sono stati 447 casi sospetti. Gli ospedali non hanno in dotazione l’antitossina e la penicillina, le due medicine fondamentali per curarla. La gente arriva in ospedale senza sapere che malattia ha contratto, ormai in condizioni critiche e muore sotto gli occhi di medici e infermieri, riconfermando che anche in questo caso la malattia si poteva evitare con un semplice vaccino.
La tubercolosi si è propagata soprattutto negli ultimi 3-4 anni dalla regione Bolivar, a sud del paese, fino a regioni vicine, perché lì esistono delle ampie zone illegali di estrazione mineraria, i contagiati sono lavoratori illegali che vivono e lavorano in zone insalubri, in condizioni precarie, senza attenzione medica, quindi ci vuole poco per creare l’epidemia. L’Osservatorio Venezuelano della Salute ha dichiarato 23,5 casi per 100.000 abitanti. L’Organismo dichiara anche che la malattia si può curare con un vaccino che ovviamente scarseggia.
Un’altra situazione è quella che si vive a causa delle 4 malattie infettive trasmesse dalle zanzare: malaria, zika, chikungunya e febbre dengue. Malattie che si propagano di più in zone sporche, inadatte per vivere e sovraffollate e per la mancanza di campagne d’informazione e di prevenzione da parte degli enti competenti. Con efficaci campagne e prevenzione queste malattie possono essere controllate e non diventare una epidemia come sta succedendo in Venezuela. Il popolo è completamente disinformato. Il personale medico può fare poco o niente a causa della mancanza di medicine per prevenirle e curarle. Tra il 2000 e il 2016 la malaria ha superato il 525%, in una sola regione ci sono stati in questi anni 206.000 casi. La malaria era quasi scomparsa in tutta America Latina nei primissimi anni di questo secolo, in Venezuela invece di scomparire è riapparsa in modo esponenziale. Nel 2016 nella regione di Anzoategui, a nordest del paese, ci sono stati 10.000 casi, il governo ne ha denunciati soltanto 3.000.
Poco tempo fa abbiamo conosciuto la zika grazie all’epidemia in Brasile. E’ arrivata anche in Venezuela ovviamente, solo che, anche in questo caso, impera la disinformazione e i medici non riescono ad individuare velocemente la malattia e fare la diagnosi in tempo. Se una donna incinta viene colpita da zika, le probabilità che il figlio nasca con microcefalia sono molto alte. Nel 2016 sono stati individuati 1.400 casi di bambini a rischio e ora non si sa cos’è successo con questi 1.400 bambini che dovrebbero essere già nati, impera il più assoluto caos e la disinformazione da parte del ministero della salute.
In quasi tutti i paesi civilizzati esiste un bollettino epidemiologico che mette in allerta ospedali, centri di salute e personale sanitario. In Venezuela non si pubblica dal 2014, quindi le cifre ufficiali sono inaccessibili. Lo scorso maggio la ministra della salute ha pubblicato le seguenti cifre: 324 casi di difterite, 240.000 di malaria, tutti nel 2016. Pochi giorni dopo la ministra è stata destituita. Non sono mai arrivate delle spiegazioni, né dal ministero della salute né dai distretti socio sanitari.
Altro fattore importante in questi casi è l’inesperienza del personale ospedaliero, ci sono tanti giovani medici e infermieri che non hanno mai visto queste malattie perché erano quasi estinte, per cui non riescono a fare delle diagnosi, non esiste la ricerca scientifica e i laboratori sono quasi inesistenti, per cui il personale medico non si aggiorna, è un personale in costante emergenza da pronto soccorso. Gli ospedali pubblici non hanno medicine e nemmeno forniture mediche e sono in condizioni vergognose: macchinari guasti, infiltrazioni di tutti i tipi, sporcizia ovunque, bagni e servizi igienici fuori uso, infrastrutture che cadono a pezzi sulle teste dei pazienti, sale operatorie chiuse per mancanza di manutenzione…
Niente di tutto ciò è stato riconosciuto dal governo, tutto succede nel più assoluto e vergognoso silenzio. Ogni tanto qualche conferenza stampa per smentire le voci e dire che il Venezuela è un paese “felice” e che è soltanto terrorismo psicologico. Solo i social network aiutano a capire un po’cosa sta succedendo, sempre in modo ufficioso, solo che questa informazione non arriva mai al popolo che veramente avrebbe bisogno di sapere.
Queste sono le 7 piaghe del Venezuela. Il riferimento biblico non è casuale, sembrano le punizioni che il governo infligge al popolo venezuelano. Arriverà prima o poi il nostro Mosè per liberarci da Nicolas Maduro e il suo entourage?
Evidentemente, il diritto alla salute non è una priorità per il governo. Sinceramente penso che una persona dev’essere veramente marcia dentro per vedere gente di tutte le età morire come mosche, avere la possibilità e i soldi per fare qualcosa, voltare la testa dall’altra parte e non farlo.
¡Hasta cuándo! ¡Basta ya!