“Stay human: Africa”. L’arresto di Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe
di Veronica Tedeschi
Lo Zimbabwe, ex colonia agricola britannica, vide la sua indipendenza nel 1965, dopo lotte tra bianchi e neri molto aspre e lo scontento generale.
Robert Mugabe, ai tempi della decolonizzazione era un fervente leader 52enne indipendentista e riuscì a negoziare con i bianchi più ambiziosi, puntando ad una transizione e risoluzione pacifica delle controversie. Il potere e il favore del popolo crebbe verso di lui al punto che riuscì a prendere totalmente in mano la guida del suo Paese, creando in pochissimo tempo una dittatura. Improvvisamente espropriò tutte le fattorie dei bianchi e represse brutalmente tutti gli oppositori politici.
Si instaurò nel paese un clima molto pesante fino al 31 dicembre 1987, giorno in cui Mugabe conquistò la carica di Presidente dello Zimbawe, e la conservò per ben 30 anni – attualmente è il capo di Stato più anziano del mondo – modificando addirittura la Costituzione per consentire numerose ricandidature. Accusato di aver instaurato un regime dittatoriale nel suo Paese, il 15 novembre 2017 (finalmente?) è stato posto sotto custodia dall’esercito a seguito di un colpo di Stato organizzato dall’ex vicepresidente Mnangagwa.
Un arresto improvviso del presidente e di sua moglie, 40 anni più giovane ed importante braccio destro in tutti questi anni di dittatura, ha fermato l’infinito regno del terrore di questo pessimo esempio per tutto il continente africano.
”La scorsa notte la ‘first family’ è stata arrestata e sta bene, era necessario sia per la Costituzione che per l’integrità della nostra nazione. Né lo Zimbabwe né Zanu sono di proprietà di Mugabe e della moglie. Oggi comincia una nuova era e Mnangagwa ci aiuterà a ottenere uno Zimbabwe migliore”.
Il probabile obiettivo di questa presa di potere era, forse, la moglie di Mugabe, cosiddetta “DisGrace”, che da tempo tramava un piano per prendere il posto del marito, tanto da convincerlo ad allontanare Mnangagwa.
In questi giorni la storia dello Zimbabwe si sta costruendo, anzi ricostruendo, dopo anni di oppressione e mancanza di diritti in tutto il paese. Le evoluzioni di questa vicenda ancora non sono note o immaginabili ma una cosa è certa: a qualsiasi latitudine, il potere è affamato di altro potere.