“Scritture al sociale”. Docenti indecenti
di Patrizia Angelozzi
Milano, scuola media. Una studentessa di 11 anni malata di cancro tentenna alla richiesta del Professore di musica di suonare uno strumento. Non ha la possibilità di usare in modo normale il braccio destro per una forma di tumore al cervello…
La risposta del docente di fronte alla sua difficoltà: “Hai le mestruazioni? Allora sei in età fertile. Se fossi mia figlia ti darei un calcio in c., …”. Su tutte le testate nazionali, la storia di questa ragazzina che piangendo esce dall’aula con la necessità di aumentare in modo importante il sostegno psicologico, poiché già seguita da professionisti a causa della patologia che l’ha colpita duramente.
La sentenza del giudice, Anna Maria Zamagni riporta così: “parole volgari ed espressioni di una particolare aggressività nei confronti della ragazza” che nelle sue condizioni di non abilità “andava accolta e non schernita, a prescindere dalle motivazioni riferite al richiamo, mettendo al corrente l’intera classe e obbligandola a spiegazioni per giustificarsi”.
Il Tribunale decide: 2 mesi per abuso dei mezzi di correzione e 5mila euro di risarcimento, di seguito con la sospensione dei 2 mesi per le avvenute scuse da parte del Professore alla studentessa; tuttavia censurato in via disciplinare dalla scuola.
Questo episodio, pieno di superficialità e mancanza di umanità, mette in risalto la figura del docente, troppo spesso non in grado di rivestire un ruolo che implica molti aspetti oltre quello didattico.
In una società della cultura verso l’altro, qui l’altro viene non solo dimenticato, ma calpestato proprio sulle sue fragilità. A dimostrazione che non tutti i docenti sono decenti.