“LibriLiberi”. Exit West di Mohsin Hamid
Chi di voi, car* lettor*, ha visto il film di Mira Nair intitolato Il fondamentalista riluttante? Niente di eccezionale, ma è tratto dal romanzo di Mohsin Hamid, cresciuto a Lahore e formatosi a NewYork.
L’ultimo testo di questo autore è Exit West (edito da Einaudi) in cui racconta un mondo di migrazioni apocalittiche perchè da SEMPRE l’umanità si è spostata per cercare luoghi migliori in cui vivere.
Exit west narra principalmente una storia d’amore che nasce in un Paese non definito, probabilmente arabo e probabilmente in guerra. I protagonisti sono Saeed, timido prima, severo poi e Nadia, che si copre con il velo, ma sfreccia in motocicletta. Sono due giovani che saranno costretti a fuggire a Londra, transitando per Mykonos e per la Germania, incontrando persone gentili e altre diffidenti, cercando di rimanere uniti, anche se col tempo e con le esperienze, muteranno le proprie opinioni.
I capitoli del libro sono scanditi da numeri in progressione, pochi dialoghi, una scrittura diretta, in alcuni casi in soggettiva, inserti di flussi di parole e ricordi e le scoperte narrative sono interessanti. Zadie Smith lo ha definito un romanzo “straordinario”: chi scrive non lo considera tale, ma interessante e originale sì. Perchè si tratta di un racconto che mescola l’attualità dei rifugiati (con tutte le difficoltà legate ai problemi di discriminazione e di burocrazia) ad un rapporto amoroso (con tutte le sue contraddizioni che sono universali) e ad una sorta di realismo magico, dato dal fatto che il canovaccio principale viene, a volte, interrotto dall’accenno ad altri personaggi che attraversano alcune porte e che si ritrovano in parti diverse del pianeta: un vecchio, in California, “si chiede se quelli che continuano a passare il confine siano messicani oppure musulmani, perchè lui non lo capiva”; un commercialista di Londra, disilluso, si ritrova in Namibia; una Casa per bambini orfani, figli di migranti dagli Stati Uniti, è situata sopra Tijuana…Il mondo è davvero fatto di varchi.
Moltissimi gli ulteriori argomenti su cui l’autore vuole farci riflettere: il dramma di un conflitto che sgretola tutto, anche le certezze. I rapporti difficili tra le diverse comunità di migranti; i rimpatri forzati; i pregiudizi nei confronti degli stranieri considerati “terroristi”. A questo proposito riportiamo un brano di un’intervista rilasciata da Hamid a Viviana Mazza per LA LETTURA del 16 aprile 2017: “ I terroristi islamici sono anti-immigrazione. A loro non piace che i musulmani diventino occidentalizzati e vivano in Europa, vogliono riportarci al passato con la loro nostalgica ricerca di purezza. ..”. Ma nel suo pensiero e nel suo romanzo la speranza c’è, quella di un futuro in cui le popolazioni (e i loro governanti) siano in grado di ripristinare il valore della democrazia, in cui le frontiere siano aperte e in cui i giovani siano meno arrabbiati con il Destino e più supportati dalle generazioni precedenti perchè “ la geografia è destino” e il destino si può contrastare. A volte.