Venezuela. La legge contro l’odio Vs La Corte Penale Internazionale dell’Aia
di Tini Codazzi
L’8 febbraio 2018 sarà una giornata da ricordare nella storia del Venezuela. La Corte Penale Internazionale dell’Aia inizierà le indagini preliminari sugli abusi commessi dal governo del Venezuela. Il Procuratore Fatou Bensouda ha dichiarato quanto segue: “L’indagine preliminare sulla situazione in Venezuela analizzerà i reati presumibilmente commessi in questo Stato da almeno aprile 2017, nel contesto delle manifestazioni e dei relativi disordini politici. In particolare, è stato affermato che le forze di sicurezza dello Stato hanno fatto ricorso a forze eccessive per disperdere e reprimere manifestazioni e hanno arrestato e detenuto migliaia di membri effettivi o presunti dell’opposizione, alcuni dei quali sarebbero stati presumibilmente soggetti a gravi abusi e maltrattamenti in detenzione. È stato anche riferito che alcuni gruppi di manifestanti hanno fatto ricorso a mezzi violenti, con la conseguenza che alcuni membri delle forze di sicurezza sono stati feriti o uccisi” Potrebbe esserci una svolta definitiva della situazione venezuelana e quindi il governo essere indagato per violazione dei diritti umani e crimini di lesa umanità. Un primo passo importantissimo.
Nel frattempo la Corte Penale valutava ed esaminava la richiesta sul Venezuela, Érika Palacios di 44 anni e Ronald Sevilla di 25 sono stati fermati dalla polizia il 3 gennaio scorso e saranno processati per istigazione all’odio. Quale è il motivo del fermo? Aver protestato per la mancanza di cibo nella zona dove loro vivono.
Queste sono le prime due vittime dell’applicazione della “legge contro l’odio, per la convivenza pacifica e la tolleranza”, una nuova normativa approvata dalla fraudolenta Assemblea Costituente (ANC) di Nicolas Maduro a novembre dell’anno scorso. Già il nome della legge fa venire un sorriso amaro sulle labbra perché è una contradizione assoluta. Ormai non c’è bisogno di chiarire le condizioni in cui vivono i venezuelani, ne parlare della mancanza di libertà d’espressione, dei prigionieri politici, ecc. E’ un regime dittatoriale, è un paese sotto sequestro, è una narco dittatura che promuove l’odio e l’intolleranza e che fa una legge contro l’odio e l’intolleranza… inspiegabile…
Questa legge viola 7 articoli della Costituzione Venezuelana, 6 articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e infine, 2 articoli del Patto internazionale sui diritti civili e politici. La sua applicazione viola le garanzie costituzionali e lo stato di diritto. L’articolo 2 della legge parla delle azioni a carico dello stato e della società, mirate a promuovere e garantire la convivenza pacifica e stabilisce i seguenti valori e principi: preeminenza dei diritti umani, della vita e dell’amore, democrazia, convivenza, libertà, uguaglianza e non discriminazione, fratellanza, giustizia, diversità, rispetto, tolleranza, solidarietà, responsabilità, pluralità, equità di genere. Gli articoli 3, 4, e 5 parlano del diritto alla pace, l’Art. 9 parla della pace nel sistema educativo, l’Art. 20 stabilisce una pena da 10 a 20 anni di carcere a chi pubblicamente fomenti, promuova o inciti l’odio, la discriminazione o la violenza attraverso qualunque mezzo di diffusione pubblica o per strada. In parole povere e praticamente, come abbiamo già capito con Érika e Ronald, si legittima l’abuso di potere e si limita il diritto a protestare, a parlare, a manifestare pubblicamente e pacificamente. E’ importante aggiungere che anche i commenti e le denunce attraverso i Social Network sono nel mirino di questa sporca legge. Se esci di casa e dici ad alta voce che hai fame, che i tuoi figli muoiono di malattie perché non puoi comprare alimenti e/o medicine, potresti essere fermato dalla polizia e andare in carcere per 20 anni, peggio di un omicidio. Incredibile.
Enrique Aristiguieta Gramcko, di 84 anni, è un rispettato dirigente politico che nel lontano 1958 fecce parte della Giunta Patriotica che rovesciò l’allora dittatore venezuelano Marcos Pérez Jiménez. E’ sempre stato uno dei più feroci critici di Nicolas Maduro. Venerdì scorso, nella notte, è stato fermato e portato via da casa sua ) con l’accusa di istigazione all’odio, Il Servizio di Intelligenza Nazionale Bolivariano (Sebin), l’ha preso senza ordine di cattura, senza preavviso perché non aveva commesso nessun delitto… il solito modus operandi della polizia di Maduro. Perché si sono portati via in modo così arbitrario un uomo di 84 anni? Perché è un politico, un uomo autorevole e serio che critica il governo, che chiama all’astensione nelle prossime elezioni presidenziali e che vuole il ritorno della democrazia. E’ stato fermato per poche ore per poi essere rilasciato senza spiegazioni. Quindi, abbiamo già capito che se si parla, si denuncia o si da una opinione personale che non è nelle stesse corde del governo, si va in prigione, senza se e senza ma, semplice e chiaro. Questo è solo l’inizio della messa in pratica di questa inconcepibile legge. Vedremo tante altre persone entrare in prigione con l’accusa di terrorismo, istigazione alla violenza o all’odio, possesso di materiale esplosivo, ecc. che sicuramente su twitter, facebook o semplicemente per strada hanno solo detto che il paese è sprofondato nella più assoluta miseria e che sicuramente il responsabile è il governo. Si va in prigione perché si dice la verità. Un regime nasconde le cose che fa sotto una legge arbitraria, illegale e che semina il terrore.
L’anno scorso, Delcy Rodríguez, presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente, appena è stata approvata la legge, ha detto: “la legge contro l’odio sarà la strada verso la spiritualità e sarà anche un omaggio a tutti i venezuelani che hanno perso la vita tra aprile e luglio del 2017 durante le proteste di massa contro il governo”.
Allora mi chiedo: questa risposta da parte del governo alle denunce della signora Erika, di Ronald e del sig.re Aristiguieta Gramcko è sinonimo di convivenza pacifica, tolleranza, amore, responsabilità, democrazia, rispetto dei diritti umani, convivenza, equità di genere e/o giustizia? E’ 100% una democrazia basata sulla pace, come dicono loro? Anzi, è stato l’unico modo che il governo ha trovato per far tacere tutto un paese, mettendo un bavaglio “legale”, censurando tutto e tutti. Giornalisti, politici, attivisti dei diritti umani, intellettuali, studenti e gente comune. Dissentire dal governo su qualunque argomento è istigazione all’odio e a all’intolleranza.
Un punto in più da esaminare nella Corte Penale Internazionale dell’Aia.