Il Governo del PCC rafforza la soppressione del credo religioso
Il 26 Agosto del 2017, il premier Cinese Li Keqiang firma l’ultima revisione del “Regolamentazione degli Affari Religiosi” (Nuova revisione di “Regolamenti sulle materie religiose”: http://www.gov.cn/zhengce/content/2017-09/07/content_5223282.htm) con data di attuazione 1 febbraio 2018. La nuova Regolamentazione da’ molta attenzione all’amministrazione delle istituzioni religiose e aumenta le restrizioni riguardo lo svolgimento di attività religiose in luoghi non registrati. Inoltre la regolamentazione proibisce l’educazione e la formazione religiosa, gli scambi religiosi con l’estero che non sono stati ufficialmente approvati dal governo.
Ciò significa che il PCC ha reso la situazione dei diritti umani in Cina, che non aveva alcuna libertà di credo religioso, anzi peggiore. Il 18 gennaio 2018 “JinDengTai”, una grande chiesa famosa a città di LinFen, provincia di ShanXi, è distrutta con una esplosione terribile, certamente questo caso è il risultato sotto l’influenza della nuova politica religiosa, senza alcuna ombra di dubbio. La stessa cosa era successa prima: gli viene dato il nome di “Gerusalemme della Cina”, la chiesa di “SanJiang”era stata demolita dal PCC, a città di WenZhou. Per molti anni, il PCC continua a distribuisce il segnale con il quale vorrebbe dimostrare la libertà religiosa in Cina, ma invece, all’interno del paese, sempre sta la repressione e persecuzione della libertà religiosa. La violazione dei convenzioni internazionali riguardo ai diritti umani che ha firmato il PCC, ha portato catastrofe a tutti i cristiani.
https://www.youtube.com/watch?v=lbdUcm8BJeo
Nel febbraio 2002, Il Centro Per la Libertà Religiosa dell’Hudson Institute pubblica un rapporto che analizza i Sette Documenti Segreti del Governo Cinese, che riguardano la repressione religiosa attuata dal partito tra aprile del 1999 e ottobre 2001. Il rapporto mostra questo stato ufficialmente ateo e i suoi ufficiali atei loro volta, si stanno facendo arbitri della dottrina religiosa ufficiale e su queste basi imprigionano e torturano i credenti.
(https://wwrn.org/articles/7453/)
Una coppia cinese a Nanchong, città del Sicuan, fu arrestata. Il marito fu condannato e la moglie messa sotto controllo 24 ore, perdendo ogni tipo di libertà
Liu Jiayu, femmina, 43 anni, di Nanchong nella provincia del Sichuan, cristiana membro della Chiesa di Dio Onnipotente.
La sera del 20 marzo 2014 alle 21, sei poliziotti in borghese si presentarono bussando alla porta di casa di Liu Jiayu dicendo di dover fare un controllo ai tubi dell’acqua. Quando la porta venne aperta, si precipitarono all’interno e perquisirono l’abitazione, confiscando i libri sulla fede in Dio, lettori MP4, card TF, un computer portatile, una stampante, utensili da elettricista e altri oggetti (tutt’ora non restituiti. Subito dopo la polizia porto Li Jiayu e la sua figlia più grande all’affittacamere China West Normal University di Nanchong per un interrogatorio segreto (il governo comunista cinese aveva affittato un totale di 23 camere tra il primo e il secondo piano davanti alle quali aveva messo guardie armate. In ogni stanza c’era un cristiano e fuori da ogni stanza 4 o 5 guardie armate).
La figlia di Liu Jiayu venne rilasciata la sera del 21 marzo. E nello stesso momento la moglie fu arrestata (condannata a 4 anni e sei mesi di prigione e correntemente è ancora in un campo di lavoro).
Il 23 marzo, quando il capitano Du di un distaccamento della State Security Brigade stava interrogando Liu, disse trionfante: “Questa volta stiamo attuando un arresto su larga scala di voi della Chiesa di Dio Onnipotente. Questo è un programma segreto di ampio monitoraggio che è durato più di un anno dalla fine del 2012. Prima dell’operazione di arresto, abbiamo addirittura affisso poster sui muri di ogni comunità che dicevano che ci sarebbe stato un controllo locale degli Hukou. Coloro all’oscuro della verità pensavano veramente che avremmo fatto un controllo dei permessi di residenza (Hukou), mentre in realtà era la polizia civile della stazione di polizia che verificava gli indirizzi di residenza dei credenti nella propria giurisdizione per eseguire arresti senza possibilità di errore. L’operazione di arresto era chiamata ‘Thunderclap 3–Shock and Awe’, il gruppo di Forze Speciali sul caso 14, supervisionati dal Ministero della pubblica sicurezza, mobilitarono diverse centinaia di persone dai Public Security Bureau della provincia, della città e della contea, dalla State Security Brigade municipale e provinciale, dalla polizia armata, dalla SWAT e dalla polizia civile. Grazie alle operazioni unificate delle unità di pubblica sicurezza in tutta la provincia, più di 40 fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente furono arrestati durante la notte per “sovversione del potere statale””. Dopo 9 giorni di continui interrogatori, Liu Jiayu fu mandata il 29, al Legal Education Center (centro di indottrinamento) per l’indottrinamento. Da quando entrò era continuamente sorvegliata da due istruttori che la accompagnavano in tutto.
Tutti i giorni la interrogavano sulla sua fede in Dio, costringendola a leggere materiali blasfemi di propaganda negativa, dicendole minacciosamente: “La tua fede è proibita dallo Stato. Se non cooperi e ci dici tutto, manderemo i tuoi figli all’orfanotrofio!” Liu Jiayu fu indottrinata forzatamente dalla polizia per più di 30 giorni. Rimase imprigionata al centro di detenzione per più di due mesi, durante i quali ogni 2 o 3 giorni la task force della State Security Brigade e del Dipartimento di Sicurezza Provinciale la chiamava per interrogarla. Per via dell’arresto di Liu Jiayu e di suo marito, la famiglia non riusciva a mantenersi, così la figlia più grande fu costretta a lasciare la scuola per andare a lavorare lasciando i due fratelli piccoli a casa da soli. Sotto la pressione dell’opinione pubblica, la polizia del PCC rilasciò contro voglia Liu in attesa di processo.
Il 9 dicembre 2015 la corte condannò Liu Jiayu a tre anni di prigione, con sospensione di quattro anni, per crimini di sovversione del potere statale e di “utilizzo di un culto per minare l’attuazione della legge”.
Il 16 gennaio 2017 Liu Jiayu fu chiamata dalla corte per telefono E rilasciarono un avviso di esecuzione dei casi criminali che diceva: “la sentenza originale di tre anni di detenzione, sospesi per quattro anni, è stata annullata e rivalutata. Il secondo giudizio è allo stesso modo di tre anni di detenzione sospesi per quattro anni, in effetto dal 5 gennaio 2017 fino al 4 gennaio 2021. Dovrà stare quattro anni agli arresti domiciliari”. Fu presa dal Justice Bureau dove un ufficiale giudiziario le impose di mettere un paio di manette elettroniche con funzioni di rilevamento della posizione e intercettazione (a forma di orologio da polso) e la avvisarono: “d’ora in poi questo gadget lo dovrai avere addosso 24 ore al giorno, anche quando ti farai il bagno. Se viene rimosso avviserà automaticamente la polizia. Se lasci il distretto centrale di Nanchong, allo stesso modo verrà avvisata la polizia!”. Liu Jiayu doveva inoltre mandare un messaggio una volta alla settimana e andare una volta al mese a colloquio con il Judiciary Bureau, Scrivere e consegnare un rapporto ideologico il 20 circa di ogni mese, Infine lavorare come volontaria otto ore all’istituto comunitario di correzione.
Liu Jiayu ha perso completamente la sua libertà personale e la normale vita di Chiesa. Vivere nel dolore e nella preoccupazione della polizia del PCC. La figlia di Liu sta vivendo a sua volta nella paura che la polizia improvvisamente irrompa e porti via la madre un’altra volta. (see e,g http://www.cesnur.org/2017/almighty_china_report.pdf)