Disagio cronico. La patologia cronica nel paziente irregolare. Uno studio qualitativo.
Lo scorso 6 febbraio è stato presentato lo studio “Disagio cronico. La patologia cronica nel paziente irregolare” a cura del NAGA. Ecco il loro comunicato stampa e lo studio completo da scaricare.
Con il nostro studio abbiamo voluto indagare la situazione a Milano e per una categoria di pazienti particolarmente vulnerabile: i pazienti cronici privi di permesso di soggiorno. A questo scopo da giugno 2017 a febbraio 2018, i medici volontari del Naga hanno somministrato a 90 pazienti stranieri irregolari affetti da patologia cronica non infettiva un questionario qualitativo.
“Nel corso della nostra indagine abbiamo incontrato pazienti con patologie croniche rilevanti che necessitano di terapie continuative, dall’asma al diabete, dall’epilessia alle psicosi croniche e alle cardiopatie, ma che vivono in un contesto abitativo, lavorativo
“Solo per citare alcuni dati, per quanto riguarda il domicilio quasi il 20% del campione è senza fissa dimora o residente in insediamenti informali. L’80% non ha una fonte di reddito fissa. Il 62% dei pazienti non ha mai avuto contatti con strutture sanitarie. E queste sono alcune delle conseguenze: 14 pazienti ipertesi non hanno mai fatto un elettrocardiogramma; 12 asmatici non hanno mai eseguito una spirometria; 10 diabetici non controllano la glicemia da oltre 6 mesi; il 23% dei pazienti ipertesi ha valori pressori fuori controllo e nel 40% dei pazienti diabetici è stata riscontrata glicemia superiore ai 200 mg% (invece di 80-130 come previsto nel diabete mellito sotto controllo).” Prosegue il volontario del Naga.
“Dalla nostra indagine emerge quindi la fotografia di una popolazione doppiamente svantaggiata: alla malattia cronica si aggiunge il disagio quotidiano dovuto alla mancata presa in carico della propria condizione patologica da parte del Sistema Sanitario Nazionale, con conseguenze negative sul decorso della patologia stessa. Il mancato accesso alle cure presso le strutture del SSN e la totale delega al volontariato rappresentano gravi carenze perché non garantiscono il godimento del diritto fondamentale alle cure che potrebbe essere invece facilmente tutelato prevedendo, per esempio, l’iscrizione al SSN anche per i cittadini stranieri irregolari e la conseguente assegnazione di un medico di base” conclude il dott. Meregalli.
“Ancora una volta ci troviamo a denunciare un quadro grave e, in questo caso, addirittura grottesco: tutti gli elementi analizzati dal nostro studio rendono evidente che i pazienti più fragili sono anche quelli meno tutelati e che vivono in situazioni peggiori” afferma Pietro Massarotto, presidente del Naga.
“E’ evidente che andrebbe completamente ripensato l’intero approccio al fenomeno migratorio. Un dato su tutti: il campione dell’indagine è in Italia da 9,6 anni e il 30% è in Italia da 15 o più anni fino ad un massimo di 31 anni: ciò dimostra chiaramente l’inefficacia del meccanismo di ingresso in Italia e soprattutto l’impossibilità di regolarizzarsi una volta sul territorio. Di fatto è la normativa stessa a creare irregolarità e, di conseguenza, violazioni di diritti fondamentali come l’accesso alle cure” prosegue il presidente del Naga.
“La narrazione delle migrazioni è però talmente distorta che sembra impossibile anche solo pensare soluzioni e un approccio diversi, che sono invece realizzabili, come: l’