Minori stranieri non accompagnati; dal monitoraggio della frontiera di Ventimiglia, quadro gravissimo
Respingimenti illegali e violazioni sistematiche dei diritti
Lettera di denuncia alla Commissione europea e alle autorità italiane
Una dura condanna nei confronti dei respingimenti di minori stranieri non accompagnati (MSNA) effettuati dalle autorità francesi alla frontiera di Ventimiglia, ma anche delle violazioni dei diritti dei MSNA perpetrate in Italia.
È quanto si legge in una lettera inviata alla Commissione europea e alle autorità italiane da ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), INTERSOS, Terres des Hommes Italia, Oxfam Italia, Caritas Diocesana di Ventimiglia – Sanremo e Diaconia Valdese.
La lettera si rivolge alla Commissione europea chiedendo di verificare se le competenti autorità italiane e francesi abbiano violato la normativa europea, valutando se sussistano gli estremi per l’apertura di una procedura d’infrazione.
Al Ministro dell’Interno si richiede di rafforzare le “ispezioni nei centri di accoglienza e di garantire un’adeguata informazione ai MSNA in merito al diritto al ricongiungimento”, sottolineando in particolare come “solo se le procedure di ricongiungimento diventeranno più celeri potrà ridursi il numero di minori che tentano di raggiungere i parenti attraversando irregolarmente le frontiere interne all’Unione europea”.
Infine, al Ministro degli Affari Esteri, le organizzazioni rivolgono la richiesta di “adottare nei confronti delle competenti autorità francesi tutte le misure necessarie affinché cessino i respingimenti illegittimi di MSNA”.
Gravi le violazioni registrate nel monitoraggio alla frontiera da parte delle autorità francesi e già oggetto del rapporto “Minori stranieri non accompagnati lungo le frontiere nord italiane” promosso da INTERSOS con il supporto di Open Society Foundation nel corso del 2017. “Come è noto – si legge nella lettera – ai sensi del Regolamento Dublino e della giurisprudenza della Corte di Giustizia europea, i minori non accompagnati che presentano domanda d’asilo in Francia, non possono essere rinviati in Italia: a differenza degli adulti, infatti, ai MSNA non si applica il criterio del paese di primo ingresso. Nel caso in cui invece il minore non manifesti la volontà di presentare domanda d’asilo in Francia (spesso perché non adeguatamente informato di tale diritto), e venga fermato nella zona di frontiera, le autorità francesi potranno respingerlo in Italia. La normativa francese stabilisce però precise garanzie che devono essere rispettate nel caso di respingimento di un MSNA: in particolare deve essere nominato un tutore provvisorio (c.d. “administrateur ad hoc”) e il respingimento non può essere effettuato prima del termine di 24 ore (c.d. “jour franc”)”.
Tali norme e garanzie vengono costantemente disattese dalla polizia di frontiera francese. Non solo i minori fermati non vengono messi nella condizione di presentare domanda di asilo, ma il respingimento viene effettuato immediatamente, senza che sia nominato l’“administrateur ad hoc” e senza attendere la scadenza del termine di 24 ore previsto dalla legge francese. Un comportamento che espone i minori, che tentano nuovamente di attraversare la frontiera, al controllo dei trafficanti e in alcuni casi al rischio della vita.
Il Tribunale di Nizza, con ordinanza del 22 gennaio 2018, ha riconosciuto per le prima volta le violazioni delle garanzie previste dalla normativa francese, ordinanza ribadita in seguito di fronte ad altri 20 ricorsi. “Successivamente alle decisioni del Tribunale di Nizza – sottolineano le organizzazioni – abbiamo osservato da parte della polizia francese l’introduzione di una pratica di identificazione come maggiorenni di persone che si dichiarano minorenni e che erano state precedentemente identificate come minorenni in Italia”.
Gravi le mancanze anche dal lato italiano, legate in particolare all’estrema lunghezza dei tempi di esame delle domande di ricongiungimento famigliare, alla mancata informazione nei confronti d minori e alle condizioni dei centri di accoglienza. “In molte città – affermano le organizzazioni – i minori non riescono a presentare domanda d’asilo e quindi avviare la richiesta di ricongiungimento se non dopo molti mesi dall’arrivo, in violazione delle norme italiane ed europee che stabiliscono l’obbligo della questura di formalizzare la domanda di protezione internazionale entro tre giorni dalla manifestazione di tale volontà da parte del richiedente, prorogabili di dieci giorni lavorativi in presenza di un elevato numero di domande”.
Nel monitoraggio effettuato a Ventimiglia, “molti minori, anche dopo diversi mesi dal loro arrivo, non erano stati iscritti a scuola né a corsi di formazione, non era stato loro rilasciato un permesso di soggiorno né avevano potuto presentare domanda d’asilo, non avevano un tutore né altre figure adulte di riferimento che si prendessero cura di loro. Alcuni hanno lamentato addirittura il mancato soddisfacimento di bisogni primari, quali la disponibilità di cibo, vestiti e spazi adeguati, e l’inadeguata protezione da violenze e abusi”.
“Fino a quando non miglioreranno le condizioni di accoglienza – concludono quindi le organizzazioni – un elevato numero di minori continueranno ad allontanarsi dalle strutture, per cercare altrove migliori opportunità. Si ricorda come, al 28 febbraio 2018, 4.307 MSNA risultavano irreperibili, essendosi allontanati dalle strutture di accoglienza in cui erano stati collocati”.
UNACCOMPANIED AND SEPARATED CHILDREN
SYSTEMATICALLY AND ILLEGALLY “PUSHED-BACK” TO ITALY:
THE ALARMING RESULTS OF THE MONITORING OPERATION
CARRIED OUT AT THE FRENCH-ITALIAN BORDER IN VENTIMIGLIA
Letter to the European Commission and Italian Authorities
The letter addressed to European and Italian representatives condemns the push-backs of unaccompanied and separated children (UASC) that are being carried out by the French authorities on the border with Ventimiglia, as well as the violations of the children’s rights that are being perpetrated in Italy.
The senders are the humanitarian organization INTERSOS, ASGI (Association for Legal Studies on Immigration), Terre des Hommes Italy, Oxfam Italy, Caritas Diocesana of Ventimiglia and San Remo, and Diaconia Valdese.
The organizations are urging the European Commission to verify if competent Italian and French authorities are violating European law, and whether there are grounds for starting an infringement procedure.
The letter also calls on the Italian Minister of Interior to “carry out the necessary monitoring operations in reception centers and provide adequate information on the right to family reunification”. The organizations stress that “the number of UASC that attempt to cross the border irregularly will decrease only if family reunification procedures become swifter and more efficient.”
Finally, the organizations appeal to the Italian Minister of Foreign Affairs to “adopt all necessary measures towards competent French authorities to stop illegal push-backs of UASC.”
The results of the monitoring operation carried out at the border show that the French authorities have been committing serious violations. The issue had previously been addressed in the report: “Unaccompanied and Separated Children along Italy’s Northern Borders” published by INTERSOS in 2017 with the contribution of Open Society Foundation.
Under the Dublin Regulation and the case law of the European Court of Justice, unaccompanied children that request asylum in France cannot be returned to Italy, even if they landed on Italian shores and in some cases may have already applied for international protection in Italy. Differently from adults, the criterion by which an asylum application has to be processed in the applicant’s ‘first country of entry’ to the EU is not valid for UASC.
If the minor does not express the wish to apply for asylum in France (often because he/she is not informed of his/her rights), and is stopped at the border, French authorities can refuse entry and return the child to Italy. However, French law establishes a series of guarantees that have to be respected in case a UASC is refused entry to France: in particular, the child has to be assigned a temporary legal guardian (in French: ‘administrateur ad hoc’) and readmission cannot be carried out until 24 hours following the apprehension of the child (in French: ‘jour franc’).”
These laws and guarantees are being systematically disregarded by the French Border Police. The UASC that are being apprehended at the border are not given a chance to apply for asylum and are immediately ‘pushed’ back to Italy, without the appointment of an “administrateur ad hoc” and without respecting the 24-hour interval prescribed by French law. These practices expose the minor to human traffickers and to an increased risk of losing their lives in the attempt of crossing the border again.
With an order dated the 22nd of January 2018, the Court of Nice recognized the violations of France’s guarantees and laws. The court reaffirmed its decision in the 20 appeals filed on behalf of UASC that followed.
“Following the decisions by the Court of Nice – the organizations stress – we have observed that the French Police has developed the practice of systematically identifying all the minors they apprehend at the border as adults. Boys and girls who declare to be under age and have been previously identified and registered as unaccompanied minors in Italy, are identified as adults by the French authorities and immediately returned to Italy.”
There have been serious violations by Italian authorities as well, mostly caused by the strong delay with which UASC have access to the family reunification procedure, the lack of information, and the inadequate conditions in many reception centers. The organizations state that “in many cities, minors cannot apply for asylum, therefore they cannot apply for family reunification until many months after their arrival. This violates Italian and European norms that establish that police stations are obliged to formalize applications for international protection within three days of the asylum seeker’s request, which may be extended to ten days in case of a large number of applications”.
In the monitoring operation carried out in Ventimiglia, the minors reported their experience living in reception centers in Italy: “months after their arrival, they still had not been enrolled in school or in vocational training, had not been given a residence permit, and were not given the chance to apply for international protection. They had not been assigned a guardian. Some of them reported a failure of reception centers to cover primary needs such as food, clothes and adequate living spaces, and inadequate protection from violence and abuse.”
“If conditions in reception centers do not improve, a large number of minors will continue to leave the facilities, in search for better opportunities. On 28th of February 2018, 4.307 UASC were registered as “missing”, since they left reception facilities on their own; this figure amounts to 23% of the 18.645 UASC reported to the Ministry of Labor and Social Policy.”
ASGI, INTERSOS, Terres des Hommes Italia, Oxfam Italia, Caritas Diocesana di Ventimiglia – Sanremo e Diaconia Valdese : “Abbiamo osservato da parte della polizia francese l’introduzione di una pratica di identificazione come maggiorenni di persone che si dichiarano minorenni e che erano state precedentemente identificate come minorenni in Italia”. (da Asgi.it)