Nicaragua in fiamme
di Tini Codazzi
E’ esplosa la pentola a pressione in Nicaragua. 3 giorni fa sono iniziate le proteste dei cittadini contro le nuove riforme sulle pensioni e sulle tasse, il governo ha approvato una legge per aumentare i contributi e ridurre l’ammontare delle pensioni, e in questo modo tentare di salvare l’INSS (Instituto Nicaragüense de Seguridad Social), l’INPS del Nicaragua. L’INSS è in default dopo anni di cattiva amministrazione, perché serviva da fondo cassa per finanziare progetti statali. Il governo non ha consultato nessuno, né sindacati, né imprenditori, né opposizione, ecc. Questa riforma arbitraria è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, evidentemente i nicaraguensi non sono molto contenti dopo tanti anni di governo di Daniel Ortega. L’attuale presidente è stato rieletto 4 volte, nel 2011 vinse dopo aver cambiato la costituzione per poter essere di nuovo candidato alla presidenza. Nel 2017 vinse per la terza volta consecutiva. Adesso ha il controllo di tutti gli enti statali compresi l’ufficio elettorale centrale, Il tribunale supremo di giustizia e il congresso.
Mercoledì scorso sono scattate le proteste. Da una parte c’è la società civile con, in prima fila, imprenditori del settore privato, studenti e pensionati, e dall’altra, la polizia e i “grupos de choque”, cioè gruppi di scontro, giovani studenti simpatizzanti del governo di Ortega e membri della gioventù sandinista, braccio politico del fronte sandinista comandato dal presidente. Sono usciti per strada muniti di sassi, tubi e armi bianche, volto coperto e sulle moto hanno aggredito i manifestanti in modo brutale e violento. Finora ci sono un’ottantina di feriti, altrettanti di detenuti e 10 morti.
In questi giorni il governo ha ordinato di oscurare 5 reti televisive private e indipendenti, ha vietato di trasmettere le immagini delle manifestazioni. La rete locale 100% Noticias, che trasmetteva in diretta le proteste, è stata oscurata violentemente. Diversi giornalisti sono stati aggrediti.
Il 19 aprile, il Centro Nicaraguense dei Diritti Umani (CENIDH) ha pubblicato un comunicato dove ripudia queste riforme chiamandole “criminali”. Dicono che costituiscono il più grande retrocesso in materia di diritti sulla previdenza sociale, essendo una grave violazione dei diritti umani commessa dal regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo, vicepresidente, nonché moglie di Ortega. Una commissione del CENIDH ha potuto verificare la brutale aggressione di cui sono state vittime centinaia di giovani da parte di brigate motorizzate. Condannano la repressione generalizzata alla popolazione, tra cui giovani studenti, giornalisti, attivisti dei diritti umani che, legittimamente manifestavano pacificamente in diversi punti del paese.
Staremo attenti agli sviluppi per diffondere questo ennesimo sopruso alla popolazione dell’America Latina.