Germania / Turchia: APM chiede il divieto di propaganda elettorale turca in Germania
No alla propaganda di guerra turca in Germania!
L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha chiesto un divieto per iniziative di propaganda elettorale di politici turchi in Germania. L’APM parte dal presupposto che l’occupazione turca della regione kurda di Afrin in Siria possa giocare un ruolo centrale nella propaganda elettorale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale, proprio per approfittare dell’attuale “entusiasmo pro-bellico” diffuso in Turchia, ha fatto anticipare le elezioni. Oltre che nel proprio paese, la campagna elettorale dell’establishment turco prevede iniziative anche in Germania tra i molti residenti di origine turca con diritto di voto in Turchia. Per l’APM non è ammissibile che le istituzioni tedesche permettano lo svolgimento di iniziative che glorificano crimini di guerra e l’occupazione illegale secondo il diritto internazionale condotta dalla Turchia ad Afrin. Secondo l’APM, l’illegalità e la violenza messa in atto dal regime turco non può essere accettata con il pretesto della democrazia e della libertà di espressione.
La guerra di aggressione della Turchia ha causato l’ulteriore destabilizzazione e il massiccio aumento di violenza in Siria. Più di 200.000 persone sono dovute fuggire dai carri armati turchi e dalla violenza messa in atto dalle forze turche e dai loro alleati. L’Europa a sua volta si trova ad accogliere nuovi profughi e a sostenere le spese per l’assistenza di cui i profughi hanno bisogno. Sarebbe davvero folle e controproducente premiare un guerrafondaio permettendogli di fare campagna elettorale in Germania e dandogli la possibilità di guadagnare consensi grazie ai crimini commessi.
Nella guerra di aggressione ad Afrin avviata nel gennaio 2018, l’esercito turco e le milizie radical-islamiche alleate hanno attaccato l’ospedale di Afrin, bombardato civili in fuga e messo sotto assedio la città di Afrin per settimane. Si tratta di gravi crimini di guerra e di crimini contro l’umanità. Anche nel loro ruolo di forza occupante, le forze turche e le milizie alleate violano i fondamentali diritti umani della popolazione civile, commettono saccheggi, distruggono monumenti e cimiteri kurdi e hanno proibito l’uso della lingua kurda nella vita pubblica. I cristiani e gli yezidi temono ancora una volta per la loro vita, le milizie radical-islamiche obbligano la popolazione civile a seguire la sharia e le donne subiscono ancora una volta la forte e violenta limitazione dei loro diritti.