Un viaggio esplorativo per aiutare la popolazione del Niger
L’attivista Gennaro Giudetti, con Laila Simoncelli, si è recato un paio di settimane fa in Niger per una missione esplorativa – voluta dalla Comunità Papa giovanni XXIII e da Operazione Colomba – per capire quali siano le criticità del Paese e come intervenire con azioni di aiuto.
Associazione per i Diritti umani ha rivolto alcune domande a Gennaro Giudetti e lo ringrazia per il tempo che le ha dedicato.
Molti rifugiati sono passati dal Niger per raggiungere l’Algeria e la Libia: hai raccolto qualche testimonianza ?
Noi abbiamo considerato, in particolare, il problema della povertà locale. Esiste anche quello delle migrazioni. Ad Agadez i migranti venivano respinti dalla Libia e dall’Algeria, venivano rigettati nel deserto e così ritornavano ad Agadez. Ovviamente ci chiedevano un programma di rimpatrio oppure cercavano un modo di ritornare nei propri Paesi e riescono grazie ad OIM. Per andare in Libia sono costretti a percorrere rotte illegali, mai fatte prima, e impiegano più tempo. I numeri dei migranti sono diminuiti anche perchè si sono allargati i tempi: se prima un migrante aspettava ad Agadez qualche giorno, adesso possono passare anche mesi e vengono chiesti loro molti più soldi.
Ci sono, inoltre, i rifugiati dal Sudan che sono stati respinti dalla Libia e dall’Algeria, ma loro possono chiedere asilo politico. Il governo nigeriano, però, ha paura di riconoscerli come rifugiati (perchè vengono dal Darfur) tanto che l’UNHCR ha difficoltà a proteggerli proprio in quanto sono considerati cellule terroristiche.
In che veste siete andati a fare questo viaggio?
E’ stato un viaggio esplorativo, per capire come poter operare. Molti vivono in condizioni di miseria, soprattutto nelle aree rurali dove è anche dilagante il fenomeno della prostituzione minorile. Questa è considerata un reato, ma se la donna è maggiorenne viene tollerata.
Nelle città sono in atto proteste contro il governo, attuate da associazioni locali, e alcuni attivisti della società civile sono stati incarcerati.
Abbiamo avuto modo di parlare con varie organizzazioni del posto (soprattutto la Chiesa locale) UNHCR, l’OIM e l’ambasciata.
Oltre alla povertà e alla prostituzione minorile, quali sono le altre problematiche della popolazione?
La disabilità è diffusa e molto grave. Ora dobbiamo capire a cosa dare la priorità perchè le persone dicono che le Ong vanno in Niger per occuparsi principalmente dei migranti: noi, invece, ci siamo messi in ascolto e abbiamo raccolto le richieste di aiuto per tutta la popolazione che ha bisogno di cibo, di programmi di sviluppo e di scuole.
Il tema dell’istruzione è un tema molto importante: su quel territorio ci sono poche scuole, in quelle poche spesso si fanno scioperi e manifestazioni quindi sono spesso chiuse e anche lo stesso personale scolastico, in alcuni casi, non è personale competente, ma è composto da volontari perchè è stato fatto un grosso taglio al ministero dell’Istruzione. La qualità, quindi, dell’istruzione dei ragazzi è scadente e questo può favorire, per alcuni, la deriva verso la radicalizzazione religiosa con tutto quello che comporta.