“Scritture al sociale”. Lavorare per morire o per vivere?
di Patrizia Angelozzi
La Festa del lavoro o dei lavoratori viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti Paesi del mondo per ricordare la lotta dei lavoratori nel corso degli anni.
Cos’è rimasto dei loro diritti, delle tutele ?
Articoli di cronaca già nei primi mesi di quest’anno riferiscono numeri terribilmente in crescita. Corrono sul web e sulle pagine dei giornali lasciandoci inebetiti e fermi, rispetto ad una realtà dove si lavora per morire e non per vivere.
Sono 151 dall’inizio del 2018 (dato del 2 Aprile u.s.)
Ma non sono numeri. Sono VITE.
Sono 151 famiglie senza più un marito, un papà, un figlio, un fratello, uno zio, una fidanzata, un amico.
Sono famiglie rimaste ferme con i loro ricordi, impotenti di fronte al silenzio e lasciate sole a naufragare nei meandri di una burocrazia che non riconoscerà loro, nella maggior parte dei casi, neanche un risarcimento equo.
Sono usciti salutando per andare al lavoro, al mattino, la sera o i in turni confidando nel loro rientro. Aspettando dalla vita un altro abbraccio, un bacio, un altro compleanno dei figli o un figlio da mettere al mondo. E’ impressionante il gelido furore che invade ogni abitazione, ogni stanza, ogni vita che si trova repentinamente a SUBIRE queste orribili tragedie.
Le chiamano ‘morti bianche’ e troppo spesso non trovano condanne o iter di giustizia, restano dentro cartelline impolverate di qualche scrivania in attesa di ‘archiviazione’.
“Non è accettabile morire così”
Non in un Paese civile. Non in un Stato di diritti. Eppure accade ancora.
L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro, istituito nel 2009, raccoglie tutti i dati relativi agli infortuni mortali sul lavoro provenienti da diverse fonti, tra cui mass-media, comunicazioni di enti istituzionali o di associazioni del settore. Tutte le informazioni vengono analizzate dall’ufficio tecnico al fine di effettuare studi per capire le misure di sicurezza più idonee per prevenire le morti bianche.
Riusciranno studi e percentuali a tradurre i numeri in Persone da tutelare?
Lo speriamo, lo vogliamo. Perché la sicurezza sul lavoro sia una certezza.
Il 1 MAGGIO
L’origine è relativa ad una manifestazione organizzata a New York il 5 Settembre del 1882, dall’ordine dei cavalieri del lavoro, una associazione nata nel 1869.
Di seguito la manifestazione ebbe una cadenza annuale ed è stato scelto il 1 Maggio per dare significato ai gravi incidenti accaduti nei primi giorni del mese di Maggio a Chicago durante uno sciopero fuori da una fabbrica dove la polizia chiamata per tenere in ordine la manifestazione sparò sui manifestanti. In Europa questa data è stata ufficializzata dai delegati socialisti.
Nel 1890 la rivista La Rivendicazione scriveva in un articolo:
«Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento»
Dal 1990 i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, organizzano un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: la manifestazione si tiene ancora oggi ogni anno a Roma in piazza di San Giovanni in Laterano, dal pomeriggio a notte fonda con la partecipazione di molti gruppi musicali e cantanti, ed è seguita da centinaia di migliaia di persone, oltre a essere trasmessa in diretta televisiva dalla Rai e altri canali Tv.