“LibriLiberi”: ALBA, di Selahattin Demirtaş
Selahattin
non è solo un bravo scrittore, è un importante uomo politico: nato nel Kurdistan turco, è deputato in parlamento e capo dell’ HDP (Partito democratico del popolo).
Si trova in carcere dal novembre 2016 in quanto difensore delle minoranze, oltre che paladino della pace e dell’uguaglianza. Proprio dalla prigione lancia la denuncia della violenza continua commessa soprattutto a danno delle donne, con una raccolta di racconti intitolata ALBA, raccolta edita da Feltrinelli.
In quarta di copertina si legge che Alba sia un “libro importante”: e lo è davvero. Attraverso le storie di Seher (nome turco del titolo del testo), di Nazo, di Semra e di molte altre donne, Demirtaş racconta uno spaccato della società turca che toglie la libertà fisica e psicologica (quando non toglie la vita stessa) all’altra metà del cielo, società che ancora si appella all’onore, al patriarcato, al maschilismo con la complicità di un sistema politico-giuridico deviato e corrotto.
I racconti sono narrati da vari punti di vista, a volte in prima persona altre volte in seconda o terza; hanno uno stile duro, ironico, immaginifico, ma presentano sempre un forte rimando all’attualità, ad una realtà troppo spesso violenta e crudele che non lascia spazio alla speranza.
I capitoli sono aperti dai disegni dell’autore stesso, a carboncino, in bianco e nero: figure umane, animali, oggetti ripresi nelle parole delle storie narrate perchè la scrittura e la pittura sono le due attività principali che permettono a Demirtaş di resistere nella sua condizione di detenuto per la sua attività di dissidente.
Sostenuto dai propri familiari – dalla sorella in particolare, autrice della bella copertina del libro – il leader/scrittore dimostra una grande sensibilità e una profonda empatia con donne di tutte le età tanto da essere in grado di immedesimarsi con una bambina di cinque anni: racconta le emozioni e i sentimenti di chi è stata vittima di stupro, di chi ha vissuto la guerra, di chi ha perso una persona cara, di tutte/i coloro che hanno subìto e subiscono un’ingiustizia. E non cercano mai vendetta, ma verità.
Ogni racconto è potente ed emozionante, delicato e urgente: si parla della Turchia, dei kurdi e anche dei siriani…capri espiatori anche loro di un genocidio voluto e perpetrato con il benestare di noi occidentali.
Non mancano alcuni riferimenti autobiografici: in uno degli ultimi capitoli, lo scrittore parla a sua madre, figura archetipitica di donna, e racconta che fin da piccoli, lui e il fratello, coltivavano il sogno di distribuire equamente le risorse economiche che avevano a disposizione. Si nasce con il senso dell’etica e della giustizia? E poi se ne paga il prezzo.
Sì, Alba è un libro importante.