In queste ore a poche miglia dalle coste italiane e maltesi si è consumata una grave violazione dei diritti umani: la nave Acquarius che porta 629 migranti a bordo è infatti rimasta bloccata in mezzo al Mar Mediterraneo.
Il Governo italiano ha deciso di chiudere i porti e non permettere che la nave raggiungesse la salvezza con il suo carico di vite umane, creando un pericoloso precedente per quello che riguarda i diritti umani fondamentali. L’Italia, difatti, come Paese membro della UE e di Frontex – Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera – e in virtù della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) è obbligata a trarre in salvo e permettere lo sbarco alle navi che versano in difficoltà.
In queste drammatiche ore il Governo Italiano ha voluto pericolosamente giocare con la vita di 629 persone tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte. Il Governo spagnolo ha appena dato notizia di voler accogliere la nave, tuttavia si impone la necessità di evitare possibili altre tragedie e violazioni dei diritti umani.
Chiediamo che il Governo Italiano resti umano: apra i suoi porti e permetta alle navi delle ONG che salvano i migranti di attraccare dando seguito ai trattati internazionali cui ha aderito.
Chiediamo che i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea facciano pressione sul Governo italiano affinchè apra i porti e che allo stesso tempo si adoperino per adottare una politica europea comune in tema di accoglienza.
Chiediamo, infine, che i Governi dell’Unione Europea si attivino nelle attività di ricerca e salvataggio dei migranti in mare e, allo stesso tempo, investano risorse nel sostenere i paesi di transito e si adoperino per incidere sui paesi d’origine dei migranti.
L’Europa non può continuare ad essere spettatrice silenziosa davanti a questi tragici eventi. È necessario mobilitarsi affinché episodi di questo tipo non si ripetano più: i flussi migratori non possono essere trattati unicamente come fenomeno straordinario ed emergenziale ma vanno affrontati con politiche che vedano seriamente coinvolti tutti i Paesi della UE.
Aderire a questo appello è importante, è un fatto di civiltà. Io sono fuggito dal mio paese a 17 anni, da una dittatura feroce, per evitare la coscrizione a vita. Nel mio viaggio ho subito la violenza e la prigionia, ho rischiato di morire, sono stato respinto al primo tentativo di attraversare il Mediterraneo, ma alla fine sono riuscito a raggiungere l’Italia. Io sono sopravvissuto, ma in questi anni migliaia di persone con storie come la mia non ce l’hanno fatta. Ve lo chiedo con il cuore in mano: #RestiamoUmani.