“Scritture al sociale”. Genitori giustizieri. Che fare?
di Patrizia Angelozzi
Notizie, una dopo l’altra a raccontarci l’attualità sempre più preoccupante all’interno della scuola.
Professori vessati, insultati, bistrattati e ultimamente aggrediti anche fisicamente.
Episodi fuori da ogni logica e ragione. Perché tutto questo?
I ‘Prof’, impegnati su tanti fronti sembrano in trincea, tra la burocrazia, i programmi ministeriali, il team compatto di docenti per permettere ai ragazzi di crescere attraverso le materie da apprendere.
Ma il compito di un insegnante non si limita a questo. Spesso, sono chiamati ad adoperarsi nel ruolo di psicologo/pedagogista, a comprendere reazioni fuori da contesti di educazione e rispetto. A porsi domande che vanno ad di fuori del registro di classe. Ragazzi con realtà esasperate, al limite. Senza regole e principi di convivenza civile, ricchi di prepotenza.
Spesso sono le realtà del disagio, altre quelle dell’indifferenza vissuta tra le mura domestiche dalle quali arrivano i ‘genitori-giustizieri’ o arroganti personaggi che pretendono di essere rappresentati attraverso il ‘voto’ dei loro figli. Davvero un figlio vale quanto ‘un voto’ o ‘una promozione’ ?
La relazione scuola-famiglia, tanto auspicata spesso funziona e trova soluzioni a piccoli intoppi e incidenti di percorso, altre no. E questo avviene quando la genitorialità viene vissuta con frustrazione nella completa ignoranza delle regole fondamentali di vita.
Un tempo il nostro, di odio, rancori, rabbia che si riversa inesorabilmente sui ragazzi, ai quali andrebbe dato il giusto ‘peso’ in termini di ascolto, cura. In un ritmo altrettanto incessante e precario nel quale vivono molti genitori assillati da problemi di sopravvivenza, di sostenibilità nel condurre una vita spesso inumana.
C’è bisogno di ripristinare misure e un ordine che restituisca il ‘posto’ ad ognuno.
Il docente al posto del docente.
Lo studente dentro le regole del vivere civile.
I genitori fuori dalla scuola se non per condividere o migliorare lo stato delle relazioni.
Docenti costretti a turni e spostamenti tra scuole diverse per raggiungere un ‘monte ore’ necessario per una contribuzione minima, si adoperano ben oltre le loro materie. Mentre in Tv ascoltiamo le notizie sul ‘dress-code’ degli studenti, desiderando le stesse misure anche per gli insegnanti.
Ogni docente è un esempio, proprio come ogni genitore.
Un ruolo per ognuno da rimettere al proprio posto, in questa società che corre dimenticando la sostenibilità alla persona.
Sportelli di ascolto, valutazioni psico attitudinali di docenti-genitori e figli. E un problem-solving che aiuti concretamente le parti a viaggiare sullo stesso binario e possibilmente verso la giusta destinazione.
Perché la scuola non sia teatro di scempio, ma di possibilità nelle quali credere. Per crescere davvero.