Il vertice a Bruxelles sui migranti. L’accordo durante la scorsa notte
di Alessandra Montesanto
Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, dopo una riunione-fiume durata più di 13 ore tra liti e bozze d’intesa risistemate in continuazione, scrive su Twitter: “”I 28 leader hanno trovato un accordo sulle conclusioni del consiglio europeo, inclusa l’immigrazione”.
Lo spiraglio arriva al termine di un braccio di ferro durato un giorno intero. E dopo che Conte aveva minacciato di mettere il veto per bloccare le conclusioni del vertice europeo, senza un accordo sugli sbarchi. Il premier italiano si ritiene soddisfatto e afferma: “Da questo Consiglio esce un’Europa più responsabile e solidale, l’Italia non è più sola”. E sulla eventualità che l’Italia realizzi sul suo territorio dei centri di accoglienza per i migranti su base volontaria previsti dall’accordo raggiunto al Consiglio Ue, il capo del governo prende tempo: “E’ una decisione che ci riserveremo di prendere, è una decisione collegiale ma non siamo invitati a farlo”.
Secondo le conclusioni del vertice si evince “che tutte le navi che attraversano il Mediterraneo, quindi anche le Ong, devono rispettare le leggi e non devono interferire con le operazioni della Guardia costiera libica”, spiega Conte aggiungendo che “è passato il principio che il tema della gestione dei flussi deve essere affrontato secondo un approccio più integrato che riguarda la dimensione esterna, quella interna e il controllo delle frontiere”. Si afferma anche il principio, secondo Conte, che “chi arriva in Italia, arriva in Europa”.
Conte aggiunge: “si è finalmente affermato il principio del rifinanziamento del fondo fiduciario per l’Africa che ci torna particolarmente utile per le rotte dei migranti nordafricani” e si sottolinea che vengano “intensificati i rapporti e gli accordi con i paesi di origine e transito dei migranti”.
“Molti predicevano un mancato accordo o il trionfo di soluzioni nazionali, questa sera abbiamo trovato soluzioni europee”, ha aggiunto Macron. Ma la cancelliera tedesca Angela Merkel smorza gli entusiasmi: “Dopo un’intensa discussione sul tema più difficile per l’Unione europea, cioè le migrazioni, il fatto di aver concordato un testo comune è un buon segnale”, ma “abbiamo ancora molto lavoro da fare per superare le divisioni”.
Dai Paesi dell’Est il commento è stato: “Siamo molto compiaciuti”, come ha detto il premier polacco Mateusz Morawiecki, lasciando il Consiglio europeo, annunciando che ha prevalso il “carattere volontario” nel documento.