Siria: impedire l’ennesima catastrofe umanitaria
APM (Associazione Popoli Minacciati) si appella all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani delle Nazioni Unite affinché la Giordania accolga anche i profughi siriani di Daraa e Associazione per i Diritti umani sostiene questo appello.
Dopo gli attacchi dell’esercito siriano alla regione attorno a Daraa nel sud della Sira, attualmente controllata dall’opposizione islamica, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è appellata all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani il giordano Seid al-Hussein affinché intervenga presso la famiglia reale giordana e gli altri governi dei paesi della regione per evitare un ulteriore aggravarsi della crisi umanitaria in Siria e vengano accolti e aiutati i profughi siriani ammassati alla frontiera tra Siria e Giordania. La Giordania ha già accolto diverse centinaia di migliaia di profughi siriani e ha attualmente chiuso le proprie frontiere.
Secondo i dati diffusi dalle nazioni Unite, la situazione a Daraa sta precipitando. Il Programma Alimentare Mondiale (WFP) stima che vi siano circa 330.000 persone costrette alla fuga e ora bloccate alla frontiera. L’APM si è quindi appellata alla Giordania affinché non respinga ma accolga e aiuti anche queste persone. Inoltre, l’APM chiede che vengano inviati velocemente degli osservatori indipendenti in questa regione in cui si combatte fin dal 2012 per documentare le molte violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra commessi.
A Daraa praticamente non funziona più niente. Sono crollate la distribuzione dell’acqua potabile e dei viveri, non c’è più elettricità e sono state distrutte le infrastrutture mediche. La regione è abitata principalmente da arabi sunniti ed è una delle ultime regioni ancora controllate dalle milizie ribelli islamiche combattute ora con una grande offensiva lanciata da Assad con il sostegno russo.
Mentre la Russia, l’Iran e gli Hezbollah libanesi continuano a sostenere Assad nel conflitto siriano, sembrerebbe proprio che la Turchia e altre potenze sunnite abbiano tolto il loro sostegno ai ribelli sunniti in Siria. La Turchia ormai sembra interessata solo a smantellare le regioni autonome kurde in Siria e molto sembra indicare l’esistenza di un tacito accordo tra la Russia, l’Iran, la Turchia e il regime siriano: lasciare Assad al potere e in cambio lasciar cadere i Kurdi.