Facinoroso è chi, respingendo i profughi, calpesta lo stato di diritto
Associazione per i Diritti umani sostiene e diffonde il seguente appello di Osservatorio solidarietà-Carta di Milano di cui fa parte.
FACINOROSO É CHI, RESPINGENDO I PROFUGHI, CALPESTA LO STATO DI DIRITTO
Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica,
ci rivolgiamo a Lei come alla massima autorità a garanzia del rispetto delle Istituzioni repubblicane e della Costituzione, per chiederLe se è possibile – in questa Italia in cui ci sentiamo sempre più spaesati, dove i porti si chiudono davanti ai naufraghi e i soccorritori vengono trattati come criminali – che un ministro dell’Interno si arroghi la competenza di decidere il respingimento di profughi soccorsi in mare o l’arresto di chi – accusato al momento solo da un tweet del Ministro delle Infrastrutture – viene marchiato come «facinoroso» per essersi ribellato, senza arrecare alcun danno a cose o persone, alla prospettiva di essere riportato in Libia, un Paese dove l’uso della tortura e della compravendita di esseri umani è stato acclarato anche dall’ONU.
«Prima di concedere qualsiasi autorizzazione, attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori che dovranno scendere dalla Diciotti in manette». Chiediamo a Lei: può un ministro del nostro Paese pronunciare una simile frase? Ogni singola parola di questa frase è un attacco alla nostra vita civile e democratica, e alla indipendenza della Magistratura.
Vediamo vacillare l’eredità politica, giuridica e umana che ci è stata consegnata dai Padri costituenti, la separazione tra Poteri e la centralità della solidarietà richiamata nell’art. 2 della nostra Costituzione. Quel che sta succedendo fa impallidire la nera pagina di storia europea dei profughi ebrei della nave Saint Louis, che non vennero perlomeno mai considerati criminali da sbarcare in manette, ma rimasero come fantasmi della colpa degli Stati europei soggiogati dal nazifascismo.
Per questo ci appelliamo a Lei, che è garante della nostra convivenza civile: chiediamo che la pietas, la giustizia, l’inviolabilità dei diritti fondamentali ed il principio di separazione dei poteri continuino a essere la base della nostra vita democratica di cittadini, dove nessuno può essere marchiato come «facinoroso» – sinonimo di delinquente, incline alla violenza e alla rissa – per aver reagito con terrore alla prospettiva di essere riconsegnato ai propri carcerieri dopo essere fuggito da persecuzioni, scampato alla tortura e sopravvissuto alla morte in mare.
Dai documenti ufficiali finora pubblicati, quel che emerge con chiarezza non è una presunta aggressione subita dall’equipaggio della nave da parte dei naufraghi, ma il loro «stato di agitazione» quando «alle 23:00 circa, qualcuno dei migranti in possesso di telefoni e GPS ha accertato che la nave dirigeva verso sud».
Quel che i documenti certificano è un’operazione che si stava configurando come un respingimento collettivo operato sotto il coordinamento del MRCC di Roma (dalle ore 22, si legge nel messaggio inviato dal rimorchiatore alla Guardia costiera italiana, la Vos Thalassa dirigeva verso «il punto di incontro con la motovedetta libica»), in violazione del principio di non refoulement sancito dalla Convenzione di Ginevra.
Chiediamo a Lei, signor Presidente, di adottare le misure necessarie per restituirci un Paese non sfigurato da spinte che – senza il necessario bilanciamento dei poteri e dei ruoli istituzionali – rischiano di portare allo strappo di principi costituzionali alla base dello stato di diritto e alla violazione delle convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese.
Con gratitudine
Osservatorio Solidarietà Carta di Milano