Con il cuore a Genova
In questo momento sono lontana migliaia di chilometri. Ma il pensiero è costante all’Italia e a Genova, una città che amo molto, pur non avendo legami personali, ma che mi ricorda Napoli, quella sì ricca di ricordi. Amo il carattere ruvido dei genovesi e dei liguri che, quando prendono confidenza, diventano affabili e ironici. Amo i carugi degli esclusi dove Don Gallo si sentiva tanto a proprio agio. Amo la malinconia del tramonto con i volti in controluce degli immigrati. Amo quella città, oggi così ferita, e mi sento impotente.
Il crollo del ponte Morandi è un crollo strutturale, simbolo dell’inefficienza, della sciatteria di questa Italia, abbandonata e fatiscente, seppur con tante memorie e potenzialità. I politici (non faccio nomi precisi perchè ormai la disillusione è al culmine) non credono di avere il compito di curarsi dei cittadini; dopo anni e anni di ruberie, collusioni, tv spazzatura, sono riusciti a farci diventare un popolo affamato di soldi, che si nutre di slogan. Altro che la lezione di Platone! Ci siamo trasformati in esseri privi di umanità, incapaci di solidarietà e di pensiero altruista. Nemmeno davanti ad una tragedia siamo in grado di abbassare lo sguardo e di tacere. Non tutti, è vero, ma troppi.
Ritengo queste mie poche parole doverose in un momento di tanta tristezza e rabbia. Nel nostro piccolo, noi di Associazione per i Diritti umani tentiamo di guardarci intorno, di dare l’allarme, di tenere ancora in considerazione i concetti di dignità, rispetto, diritto, ma ogni giorno il lavoro si fa più arduo, il senso di fatica aumenta di fronte alle mancanze, alle parole vuote di significato, agli insulti alla democrazia, alla giustizia, alla Vita.
Io e il mio staff siamo vicini ai familiari, agli amici, ai conoscenti delle vittime; ringraziamo tutte e tutti coloro che stanno aiutando e lavorando in questi giorni di sofferenza. Il nostro apporto è insufficiente, lo sappiamo. Ma che questo scritto sia anche una denuncia e un appello affinchè, invece di continuare a fare propaganda violenta – razzista – controproducente, chi ci governa recuperi il senso di responsabilità. Almeno quello.