“Art(e)Attualità”: Brasile. Il coltello nella carne
di Alessandra Montesanto
C’è ancora qualche giorno per visitare la mostra “Brasile. Il coltello nella carne/Brazil. Knife in the flesh” presso il PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea) di Milano.
Un’esposizione potente, questa, curata da Jacopo Crivelli Visconti e Diego Sileo.
Fino a pochi anni fa il Brasile era considerata una potenza emergente; oggi, invece, è sull’orlo del baratro, quel baratro in cui è già caduto il Venezuela e in cui stanno per crollare altri Paesi dell’America latina.
Il Brasile attuale è ammantato di corruzione (anche se l’ex presidente Lula promette di tornare al glorioso passato e si è assicurato il 30% dei voti nei sondaggi che anticipano le elezioni del prossimo ottobre); è un Paese vessato da una forte crisi economica che, come conseguenza naturale, porta con sé un pericoloso disagio sociale con violenza diffusa, criminalità, discriminazioni.
Il titolo dell’esposizione (in originale “Navalha na Carne”) è ripreso da un’opera teatrale dello scrittore brasiliano Plinio Marcos, attivo durante la dittatura. E’ una mostra forte e di impatto perchè, tramite installazioni, fotografie, video, riunisce lavori realizzati negli ultimi quarant’anni anni per creare un compendio delle disillusioni, dei conflitti, del razzismo che hanno segnato la Storia di questa nazione e del suo popolo. Un popolo che, però, non hai mai perso la speranza e che lotta, anche attraverso l’Arte, per migliorare la situazione politica, sociale e culturale.
Ecco, per voi, una selezione degli artisti e di loro opere.
Per approfondire: lo scrittore e giornalista Bernardho Carvalho sarà al Festival BABEL di Bellinzona il 16 settembre alle ore 16. (babelfestival.com)
Opera di Daniel de Paula: riflette sulle infrastrutture, sulla critica istituzionale. Le rocce qui indicano quelle costruzioni della società contemporanea sempre più legate ad una logica di Potere politico ed economico. Con quest’opera, in particolare, l’artista vuole sottolineare il fallimento dell’utopia di un Paese più democratico.
Opera di Leonilson. La sua opera artistica è legata alla sua vita privata. Nel 1990 si scopre sieropositivo e alla malattia dedica la sua ricerca. Spesso ricama parole su tessuti; le parole e i tessuti rimangono, mentre le persone sono destinate a scomparire. Un’Arte, la sua, poetica e drammatica allo stesso tempo.
Opera di Jonathas de Andreade. Molti i temi affrontati dall’artista: ancora la fine delle utopie, la corruzione, le disuguaglianze. Sono tutte le contraddizioni del Paese, espresse qui da venti poster stampati negli anni’70 e fondati sul metodo delle associazioni di idee, tramite l’accostamento di immagini e parole.
Opera di Icaro Lira. Come un archeologo raccoglie vario materiale: libri, foto, cartoline, per creare una mappatura della complessa identità brasiliana. Il progetto “Campo general”, in mostra, nasce da una riflessione su come il territorio del Paese si sia trasformato dopo la costruzione di dighe e centrali elettriche, collegando il Presente al Passato, quando all’inizio del XX secolo, la popolazione è stata chiusa in campi di concentramento per evitare che, fuggendo dalla siccità, fuggisse dalla campagna verso le città, in particolare a Fortaleza.
Opera di Mauro Restiffe. La fotografia fa parte della serie “Empossessamento”, realizzata a Brasilia il 1 gennaio 2003, durante le celebrazioni del primo insediamento del presidente Lula da Silva, con la sensazione di trionfo e di liberazione che esso rappresentava. Ma le tensioni sociali non tarderanno ad arrivare…
Opera di Tamar Guimarães. L’artista vive e lavora a Copenhagen. La sua attenzione si rivolge all’architettura e in questo lavoro si occupa della Casa das Canoas, progettata da Oscar Nyemeyer per la sua famiglia nel 1951, casa che ha ospitato molte personalità della cultura brasiliana. Nel film della Guimarães si vede, netta, la separazione tra i futuri ospiti, ancora celebri e importanti, e i dipendenti, in una divisione tra ricchi e poveri, rappresentativa della sperequazione sociale.