“Scritture al sociale”. Il digiuno degli innocenti
di Patrizia Angelozzi
Accade a Lodi, la giunta leghista decide sui servizi della mensa scolastica escludendo con una ordinanza del sindaco, i bambini nati (nel territorio) da famiglie straniere, con documenti in regola e con reddito troppo esiguo per far fronte alla spesa.
Fuori dalla mensa o lasciati a guardare gli altri che avranno accesso al pasto? La notizia diventa virale: associazioni, partiti politici, esponenti di ogni categoria e cittadini di ogni estrazione e provenienza gridano, giustamente, allo ‘scandalo’.
Comincia in maniera spontanea e autonoma una raccolta fondi che fa capo al Coordinamento Uguali Doveri che in pochissimi giorni (chiusa al 14 ottobre u.s.) riceve da più di 2.000 persone, 60.000 euro per coprire le spese del fabbisogno annuale di questi piccoli studenti, volutamente emarginati.
L’associazione chiede lo ‘stop’ dell’invio di denaro ringraziando per la manifestazione di solidarietà, di questa Italia che non accetta restrizioni di pensiero. Attualmente sono garantite le spese per mensa, trasporto in scuola bus, servizio pre e post scuola e asilo nido.
Nel frattempo è partito anche un ricorso presentato al Tribunale di Milano contro il Comune di Lodi per discriminazione.
Sul web si leggono lettere aperte alla sindaca, come quella della scrittrice, avvocato e docente Annalisa Giuliani: “Gent.ma Sindaca di Lodi, prendo atto, con grande preoccupazione, che la Costituzione italiana è per lo più sconosciuta a chi ci amministra.Non mi dilungherò in una lezione di diritto Costituzionale, che sarei anche titolata a fare essendo una insegnante di Diritto. Per questo la invito ad acquistare un manuale di Diritto Costituzionale, scoprirebbe che il principio di Uguaglianza è scritto non solo nell’art. 3 ma in tutto l’inchiostro della nostra Costituzione. Leggerebbe delle parole fondamentali “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Scoprirebbe che è suo compito rimuovere quegli ostacoli che impediscono una reale e SOSTANZIALE uguaglianza, al contrario lei ha reso difficoltosa l’attuazione di tale principio con artifici formali, che hanno di fatto impedito a bambini di poter accedere al pasto a scuola.” Continua la scrittrice “personalmente condivido la scuola con il ragazzo Cinese che viene con la camicia bianca e la giacca blu perché sa che la scuola è il luogo dove ci si presenta al meglio, con la ragazza albanese con una pagella eccellente che questa estate è andata a lavorare come cameriera per aiutare la famiglia, con il ragazzo polacco che nelle giornate FAI ha incantato tutti declamando il patrimonio artistico del paese in cui vive, con il bambino della Romania che è il più assiduo frequentatore della biblioteca comunale. La condivido con tutti quei bambini che mangiano il panino in classe costretti da una politica ignorante, immemore, e disumana”.
Parole precise e opportune a sottolineare la ‘mancanza’ di una decisione arbitraria e crudele ai danni dell’infanzia. Manifestata in modo forte da rappresentanti delle istituzioni, comuni cittadini, sindacati, partiti politici, madri. Sono persone che non hanno dimenticato i diritti umani, imprescindibili. Rappresentano il futuro, quello che saremo in grado di offrire in termini teorici e pratici, con l’esempio degli adulti, genitori, insegnanti, a garanzia di tutele che non avrebbero bisogno di lotte o di essere spiegate, se solo chi ci governa, le conoscesse.