La Ue propone l’istituzione di una unità ANTIODIO
di Alessandra Montesanto
355 voti favorevoli, 90 contrari e 39 astensioni: Il Parlamento europeo chiede in una risoluzione non legislativa la messa al bando dei gruppi neofascisti e neonazisti nell’UE. Per denunciare “la mancanza di azioni efficaci contro tali gruppi” che “ha permesso l’attuale ondata xenofoba in Europa”.
Nella risoluzione si legge che “l’impunità di cui godono le organizzazioni di estrema destra in alcuni Stati membri è una delle ragioni che spiega l’aumento delle azioni violente, che colpiscono la società nel suo complesso e si rivolgono a particolari minoranze come i cittadini europei di colore e le persone di origine africana, gli ebrei, i musulmani, i rom, i cittadini di paesi terzi, le persone LGBTI e le persone con disabilità”. Ad esempio di questa situazione allarmante, viene citato l’attacco che ha ucciso 77 persone in Norvegia nel 2011, l’assassinio della deputata britannica Jo Cox nel 2016 e il recente attacco di CasaPound contro la deputata europea Eleonora Forenza e il suo assistente, avvenuto lo scorso settembre nel nostro Paese, a Bari.
Viene giustamente ricordato anche il grave episodio per cui “un cittadino italiano sia stato condannato a 12 anni di carcere per avere sparato a sei migranti africani, ferendoli, in un attacco a sfondo razziale nella città di Macerata, nell’Italia centrale”. Episodi simili si sono verificati anche in Polonia, Francia, Spagna, Germania, Grecia e i paesi scandinavi e sono stati identificati come “di violenza fascista“.
L’obiettivo principale dell’unità antiodio è quello di “porre fine alla collusione con i neofascisti e vietare tutte le organizzazioni che glorificano il fascismo“. I Paesi dell’UE sono invitati “a condannare e sanzionare i crimini motivati dall’odio e i discorsi di odio da parte di politici e funzionari pubblici, in quanto normalizzano e rafforzano direttamente l’odio e la violenza”.
E questo soprattutto a seguito delle notizie stampa su “possibili collusioni tra leader politici, partiti e forze dell’ordine con neofascisti e neonazisti in alcuni Stati membri”, così come verranno istituite unità anche all’interno delle forze dell’ordine, in modo da poter avviare indagini mirate, possibilmente anche in collaborazione con aziende e social media, questi ultimi veicoli semplici e comuni per la diffusione dell’hate speech. Infine, nella risoluzione viene dedicata una parte anche al mondo dello Sport. Viene chiesto, infatti, alle federazioni sportive nazionali, in particolare alle società calcistiche, “di contrastare il flagello del razzismo, del fascismo e della xenofobia negli stadi e nella cultura sportiva punendo i responsabili e promuovendo attività educative positive rivolte ai giovani tifosi, in collaborazione con le scuole e le organizzazioni della società civile”.