(Non) tutti a mensa. No a una scuola che discrimina
di Alessandra Montesanto
Le lezioni scolastiche sono iniziate, è vero, tra mille difficoltà. Il caso di Lodi sulla refezione ha fatto emergere una politica discriminatoria e noi non vogliamo far cadere nel dimenticatoio un tema, questo, che ci sta molto a cuore, sintomatico della volontà, da parte di molte istituzioni, di spaccare la società. Pubblichiamo, quindi, un rapporto di Save the children intitolato proprio “(Non) tutti a mensa”.
Il rapporto di monitoraggio sul servizio di refezione nelle scuole primarie, propone un’analisi delle politiche e delle prassi relative alla mensa scolastica in Italia, con focus sui 45comuni capoluoghi di provincia con più di 100.000 abitanti.
Il monitoraggio si sviluppa come un’indagine comparata di diverse variabili del servizio mensa, come la percentuale di accesso degli alunni al servizio, quella dei costi previsti da bilancio a carico delle famiglie, le tariffe, i criteri di agevolazione ed esenzione, le restrizioni, le eventuali esclusioni dei bambini dal servizio in caso di morosità dei genitori, ma anche le buone prassi in termini di partecipazione, educazione, alimentazione, riciclo, promozione della sana alimentazione e menu a basso impatto ambientale.
Monitorare l’accesso al servizio mensa in Italia permette di approfondire un tema sì specifico ma strettamente connesso alla garanzia di un pieno godimento del diritto allo studio, alla salute e alla non discriminazione; un servizio che laddove garantito si fa strumento di lotta alla povertà educativa e alla dispersione scolastica.