Festival della Fotografia etica. La crisi dei Rohingya
I Rohingya, una minoranza etnica di origine islamica, tanto discriminata che si può parlare di genocidio. In realtà pochi ne parlano. La stampa se ne è occupata un po’ di più perché di recente sono stati perseguitati nel Myanmar, in particolare nell’area occidentale del Rakhine, dove rivendicano la loro appartenenza alle popolazioni indigene. La sorte dei rohingya è strettamente legata a quella di Aung San Kyi, leader della Lega Nazionale per la Democrazia, vincitrice del premio Nobel nel 1991 per la sua lotta contro i militari. Oggi, però, Amnesty International revoca il premio di “Ambasciatrice della coscienza” alla donna-leader considerando il mancato intervento nella situazione della minoranza religiosa in questione come un “tradimento” perché “non ha usato la sua autorità politica e morale per salvaguardare i diritti umani, la giustizia e l’uguaglianza in Myanmar”.
Noi, oggi, vogliamo riprendere l’argomento con una parte di un reportage presentato all’ultima edizione del Festival della Fotografia Etica (Lodi, 7-28 ottobre 2018).
Il reportage è di Paula Bronstein e si intitola “Apolidi, abbandonati e indesiderati: la crisi dei Rohingya”.